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DINA, LA GATTA DI ALICE
NEL PAESE DELLE
MERAVIGLIE
Ed eccoci a un’altra gatta della letteratura: Dina, la gatta di Alice nel paese delle
meraviglie.
Giù, giù, giù. Non c’era niente da fare, e così Alice ricominciò a parlare. «Scommetto che questa notte Dina sentirà
la mia mancanza!» (Dina era il suo gatto). «Spero che si ricorderanno di darle la sua scodellina di latte all’ora del
tè. Dina, micina mia, vorrei averti qui con me! Purtroppo non ci sono topolini nell’aria, ma potresti sempre
acchiappare un pipistrello, e un pipistrello è molto simile a un topo, sai! Ma chissà se i gatti mangiano i pipistrelli?».
A quel punto Alice cominciò a sentire un gran sonno, e continuò a ripetere, nel dormiveglia: «I gatti mangiano i
pipistrelli? I gatti mangiano i pipistrelli?», e qualche volta: «I pipistrelli mangiano i gatti?», perché, sapete, visto che
non sapeva rispondere a nessuna delle due domande, non importava affatto come le formulava. Sentì che stava per
addormentarsi, e aveva appena cominciato a sognare di passeggiare mano nella mano con Dina, e di dirle, con
grande sincerità: «E adesso, Dina, dimmi la verità: hai mai mangiato un pipistrello?», quando all’improvviso, bum!,
atterrò su un mucchio di foglie secche. Era arrivata alla fine della sua caduta.
LEWIS CARROLL, Alice nel paese delle meraviglie,
Newton Compton editori 2010