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il gatto che si lamenta appollaiato sulla testa della donna.
Per fortuna con Cattarina le cose non sono andate così: al massimo oltre al cibo e
le carezze avrà rimediato qualche occhiataccia. Lo scrittore americano, infatti, trattò
benissimo sia la gatta (che i commentatori di Poe definirono più tardi «abile e
ostinata»), che la moglie Virginia. Ma per gli amanti della psicologia si può leggere
in questo racconto la gelosia per un’intesa che vi era sicuramente tra la donna e la
gatta di casa e il timore dello scrittore di essere talmente inadeguato, da pensare che
la micia potesse assistere la moglie meglio di lui. Una testimonianza di ciò esiste ed
è quella dell’editore George R. Graham che cita Cattarina, e che andando in visita
alla coppia durante la malattia di Virginia del 1848 racconta: «Lei giaceva in un letto
di paglia, avvolto il marito nel cappotto di lei, con un gatto a guscio di tartaruga
grande in petto. Il gatto era meraviglioso e sembrava di grande utilità».