Page 41 - 101 storie di gatti
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                             TRIM, L’AUSTRALIANO




                             Mi chiamo Trim e sono l’unico gatto che può vantare due statue

          accanto al suo padrone. E ne vado fiero. Una si trova a Sidney, in Australia, ed è
          ovviamente dedicata al capitano di marina Matthew Flinders, che mi ha tenuto
          sempre con sé durante i suoi viaggi e con cui ho vissuto per giorni e giorni su una

          nave mentre circumnavigavamo intorno a quel lontano continente per scoprire quanto
          fosse grande e come fosse fatto. L’altra statua è più recente: è stata innalzata il 16
          marzo del 2006, data del compleanno del mio capitano, nato nel 1774 a Donington in
          Inghilterra.
              La prima volta che mi sono imbarcato ero molto piccolo, e anche il mio padrone
          era molto giovane: siamo nel 1797 e la nave si chiama Reliance; con noi c’è anche il
          chirurgo George Bass, colui che poi diede il nome al braccio di mare che separa
          l’Australia dalla Tasmania. Ero nato in quel continente quasi sconosciuto che, da

          quel che mi ha raccontato il mio capitano (noi ci siamo incontrati su un vascello di
          sua maestà), era chiamato Terra australis incognita, sconosciuta terra meridionale:
          Matthew, il mio padrone, mi ha anche spiegato che australis è il termine latino per
          indicare il meridione. E per questo egli propose di chiamare Australia quella terra.
          Io ho praticamente conosciuto solo il mare: a terra sono sceso molto poco, di tanto in

          tanto, e tutte le volte che sono sbarcato ho sempre potuto vedere i canguri che mi
          sono molto simpatici. L’episodio, però, che mi ha unito veramente al mio capitano è
          stato, ahinoi, terribile: un’onda mi aveva scaraventato in mare e solo afferrando una
          cima con le unghie sono riuscito a tornare a bordo. E da quel momento sono
          diventato il gatto personale di Flinders.
              Le giornate sulla nave erano molto divertenti. A parte l’amicizia con gli uomini
          dell’equipaggio, la mia principale attività consisteva ovviamente nel cacciare i topi,

          che di certo non mancavano; la sera mi mettevo nella cabina del mio comandante e
          mi accucciavo accanto a lui, che scriveva e scriveva: non solo annotava tutto quello
          che era accaduto o che avevamo visto durante il giorno, ma disegnava anche le coste
          delle terre dove eravamo passati. Solo più tardi ho scoperto che era anche un famoso
          cartografo. Uno dei primi battelli sui quali abbiamo navigato insieme si chiamava
          Investigator, e io l’ho considerato la mia prima vera casa.
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