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I GATTINI DI RICHELIEU
Armand-Jean du Plessis, duca di Richelieu, il potentissimo Primo
ministro di Luigi XIII, apprezzava moltissimo i gattini. Anzi, secondo i racconti
dell’epoca, il cardinale li adorava. Tanto che, nei suoi pochi momenti di relax, li
richiamava tutti a sé: le cronache raccontano che ne ebbe fino a 36
contemporaneamente. Gli piaceva molto accarezzarli, infatti suo è questo famoso
motto: «Dio ha creato il gatto perché l’uomo potesse accarezzare una piccola tigre».
Gli piaceva passare il tempo con loro e diceva di adorarli molto più degli umani.
Ma la verità era un’altra, perché una volta finito il gioco e non appena i gattini
crescevano, li mandava via. Per lui non erano che soffici pelouche, nulla di più.
I documenti ci hanno anche tramandato alcuni nomi: Ludoviska, Rubis sur
l’ongle, Serpolet, Pyrame, Thisbe, Racan, Perruque, Mounard le Fouguex, Soumise,
Felimare, Ludovic le Cruel, e guarda caso anche Lucifero, proprio come il nome del
diavolo. Così, se è vero quel che riportano i libri e le tradizioni, ne avrebbe fatti
bruciare sul rogo molti, anzi moltissimi: perché riteneva che fossero preda del
demonio, come le loro padrone, le streghe. Ma, cosa strana, alla sua morte ha
lasciato gran parte del suo patrimonio ai quattordici micini che in quel momento
aveva con sé. Un ricchissimo vitalizio perché fossero ben nutriti e mantenuti e
vivessero con grande comodità nella sua sontuosa dimora. Ma purtroppo questa
storia non è affatto a lieto fine: dal momento che il nostro cardinale era un acerrimo
persecutore di streghe e dei loro adorati gatti, malgrado dicesse di amare tanto i
suoi, molti, troppi, ne aveva mandati a morte. Così, poiché odio chiama sempre odio,
dopo la sua dipartita, per ritorsione, i poveri gatti furono bruciati in nome delle
infelicissime donne che lui aveva inviato al rogo.