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                             CATTARINA E EDGAR


                             ALLAN POE





          Una breve, ma famosissima carriera letteraria, quella dello scrittore Edgar Allan

          Poe, che ha composto splendide poesie, consegnato alla letteratura alcuni dei più
          terrificanti libri dell’orrore, come Storia di sir Arthur Gordon Pym e ha inventato il
          racconto poliziesco, creando il personaggio dell’ispettore Auguste Dupin,
          predecessore diretto di Sherlock Holmes. La sua è stata un’esistenza molto
          tormentata (è morto a soli quaranta anni forse per problemi causati dall’alcol),
          funestata dalla malattia della moglie Virginia e dalla povertà: anche se di tanto in
          tanto lavorava come redattore, non è mai riuscito a garantire alla famiglia un tenore

          di vita dignitoso.
              Ma anche in questa vita così dura e drammatica, c’è stata una nota di allegria:
          Cattarina, la gatta di famiglia, che ha vissuto sempre con lui e la moglie nelle loro
          piccole case di Philadelphia e New York. Una gatta dal pelo a squama di tartaruga,
          che veniva spesso chiamata Kate e che nessuno sa dove e quando divenne un membro
          della famiglia Poe. Quello che si sa, invece, è che la gatta se ne stava appollaiata

          tutto il giorno sulla spalla di Edgard mentre lui scriveva, garantendogli anche la sola
          fonte di calore che le loro povere abitazioni potessero avere.
              E così, proprio come nei suoi romanzi polizieschi, scopriamo qualcosa su
          Cattarina attraverso alcuni indizi. Il primo ci dice che la gatta era già con la famiglia
          Poe nel 1840, perché nel romanzo The Business Man si parla di un gatto. Ma vi è
          soprattutto un racconto, Il gatto nero, scritto nel 1842, che ci dice molto su Poe e i
          gatti.

              La storia è quella di un ubriaco che impicca il suo gatto descritto come «un
          animale bellissimo, di grossezza notevole, completamente nero e straordinariamente
          intelligente».
              Ma non molto tempo dopo averlo impiccato, l’uomo scopre un altro gatto
          identico a quello che lui ha ucciso, l’unica differenza è un inquietante anello di pelo
          bianco intorno al collo: l’uomo porta il micio a casa e la moglie gli si affeziona

          subito. Moglie e micio diventano inseparabili mentre nell’uomo si fa strada il
          convincimento che il nuovo arrivato non sia altro che il vendicatore di quello che lui
          ha ucciso: così in un momento di collera tenta di ammazzarlo con una scure ma
          finisce per uccidere la moglie. Rapidamente mura il cadavere della donna in cantina
          e si sente subito sollevato perché il gatto è scomparso. Più tardi l’uomo mostra lo
          scantinato alla polizia che indaga sulla sparizione della moglie. Pensa di averla fatta
          franca quando si sente un miagolio raggelante: è quello del gatto murato vivo con il

          cadavere della moglie. La polizia apre una breccia nel muro e trova la donna morta e
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