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ZAIRA, LA GATTA RAPITA
Complice la notte – ancorché forse non ce ne sarebbe stato
bisogno – Zaira lasciò tutti attoniti. Antonio e la sua famiglia vivevano in quartiere
tranquillo in una bella casa al piano terra con un grande terrazzo che dava sul
giardino condominiale, e la gatta Zaira entrava e usciva indisturbata. Fu naturale
pensare a una fuga d’amore, per quanto prematura, vista la sua giovane età: Zaira era
molto bella e buona, aveva avuto sporadici incontri con altri gatti anch’essi inquilini
di quel tranquillo palazzo, ma non aveva socializzato con nessuno, e quindi l’ipotesi
della scappatella amorosa non convinse la sua famiglia.
Dapprima si ipotizzò una sua piccola “vendetta” per non essere stata avvisata
che la sua mamma umana era ricoverata in ospedale per un intervento chirurgico, di
conseguenza si pensò che la causa della fuga potesse essere legata al timore
dell’abbandono. Mentre la mamma era ancora in ospedale, Antonio e la figlia
riempirono il quartiere di annunci: “Smarrita gatta tricolore di nome Zaira, lauta
ricompensa”.
Nella tranquilla via tutti sapevano della scomparsa della gatta e in molti la
cercavano. Venne chiesto, con la pena nel cuore, agli addetti della nettezza urbana se
avessero trovato la gatta morta, ma fortunatamente la risposta fu negativa. Era ormai
trascorsa una settimana dalla scomparsa di Zaira, la sua mamma umana era tornata a
casa e, benché per camminare si aiutasse con le stampelle, anche lei girava per
strada chiamando la gatta per nome, sperando che sentendo e riconoscendo la sua
voce, tornasse a casa.
Dopo ben dodici giorni di patimento della comunità umana, si scoprì che
Gastone, gatto conosciuto in zona per i suoi trascorsi poco raccomandabili, aveva
“circuito” Zaira sottraendola ai suoi cari: la circostanza venne confermata anche
dagli “organi inquirenti” (portieri, gattare, netturbini, garzoni, postini) considerato il
fatto che Gastone, già da qualche giorno, aveva fatto perdere le sue tracce, e nessuno
lo vedeva più bighellonare per il quartiere come faceva di solito in cerca di
leccornie e gattine compiacenti.
Certo, si indagò sul perché di un fatto così tanto grave, ma non se ne venne
sostanzialmente mai a capo, considerato anche la poca propensione dell’essere
umano a comprendere fino in fondo i comportamenti dei gatti e le loro dinamiche di
gruppo.
Al dodicesimo giorno Zaira riapparve e parte delle ragioni del suo
allontanamento furono svelate: aveva ceduto alle lusinghe di Gastone che, ritenutosi
responsabile di un gesto così grave, cambiò quartiere. Se tutto ciò fosse accaduto nel
meridione d’Italia sarebbe stato definito una fuitina.