Page 171 - 101 storie di gatti
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L’albero di Natale si faceva in soggiorno, mentre il presepe, grandissimo, veniva
          collocato nella stanza dei giochi: si univano due grandi scrivanie in un angolo, e il
          muro era ricoperto con la carta blu e con le stelle d’argento per fare il cielo. In uno
          dei suoi tanti viaggi a Napoli, Corrado aveva acquistato una capanna di legno molto
          grande e larga per il presepe. Ma non aveva immaginato che quella capanna sarebbe
          piaciuta molto a Filippo, il suo gatto preferito. L’8 dicembre Corrado e i due figli

          più grandi facevano l’albero di Natale mentre la moglie con la nonna e due piccoli
          allestivano il presepe: ci voleva un’intera giornata anche perché erano molte le
          accortezze da seguire: bisognava ridurre al minimo i possibili danni provocati dai
          gatti, che prendevano di mira l’albero di Natale cercando di salire il più in alto
          possibile. Un lavoro che si sospendeva all’ora di pranzo per riprendere il
          pomeriggio. E proprio mentre tutti erano a tavola, Filippo decise di ispezionare
          quello strano mondo di pupazzetti che però profumava di bosco: con un balzo salì

          sulla scrivania e camminò sul muschio, giungendo infine davanti alla capanna ancora
          vuota. Vi entrò e la trovò comoda e accogliente. Mentre stava per acciambellarsi,
          salì sul presepe anche la gatta Flora. Filippo le soffiò come per dirle: «Scendi qui ci
          sto io». Ci fu una piccola zuffa, qualche statuetta cadde e subito arrivò la nonna che
          cacciò i gatti e chiuse la porta. Filippo pensò che avrebbe terminato il suo
          sopralluogo nella notte. Appena la casa piombò nel sonno il gattone tornò nel

          presepe, si avvicinò alla capanna, ormai occupata da due statuine di umani e due di
          animali: con la zampa le scansò delicatamente e si acciambellò sulla paglia nel
          mezzo di quella comoda casetta. Dormì tutta la notte sognando il bosco e la
          campagna, ispirato dal profumo del muschio e della paglia. Il gatto riposò tutte le
          notti nel presepe; Corrado aveva deciso di lasciarlo in pace almeno fino alla notte
          del 24 dicembre, quando quel posto sarebbe stato del bambinello. La notte della
          vigilia arrivò. Filippo aspettò il silenzio e si avviò nella “sua” capanna ma al “suo”

          posto sulla “sua” paglia trovò quel bambinello: lo guardò stupito, poi si acciambellò
          tenendolo tra le zampe. Come tutte le notti Corrado baciò i figli e prima di tornare
          nella sua stanza, accese la luce del corridoio, guardò in quella penombra dentro la
          capanna e vide Filippo e il bambinello che dormivano abbracciati. “Starà più caldo
          così che con il fiato del bue e dell’asinello“, pensò sorridendo, “e anche Filippo è un

          dono del cielo, merita pure lui un posto nel presepe! Buon Natale a tutti i gatti del
          mondo!”.
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