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LUCKY, IL GATTO
CAMPEGGIATORE
Un giorno, un bel giorno di un pomeriggio ancora estivo, a settembre di tredici
anni fa, Cristina tornò a casa dal lavoro e il figlio Federico, che aveva allora
quattordici anni, con una certa eccitazione, le raccontò che era stato al parco e che
aveva un regalo per lei. Federico raccontò alla mamma che aveva trovato, con gli
altri compagni, tre gattini abbandonati: della madre nessuna traccia. E così i
ragazzini erano tornati a casa con un cucciolo per uno, sperando nell’accoglienza
delle famiglie. quando lo vide Cristina restò interdetta: il gattino era talmente
piccolo da stare nel palmo di una mano; aveva un musetto minuto in cui spiccavano
due vispi occhietti verdi e non la smetteva un attimo di miagolare. Lei si innamorò a
prima vista, il problema era il papà. E quando quella sera Alfio, il papà, tornò prima
del previsto, moglie e figlio esitarono un po’ prima di informarlo della nuova
presenza. Ma ci pensò lo stesso gattino a rompere gli indugi: rimasto da solo in
cucina, disorientato dal nuovo ambiente, si era andato a nascondere dietro il
frigorifero e non riusciva più a uscire. I suoi miagolii strazianti fecero accorrere tutta
la famiglia in cucina: Alfio capì immediatamente di cosa si trattasse e, brontolando
non poco, si vide costretto a spostare il frigorifero. Solo allora si misurò per la
prima volta con Lucky, come l’aveva chiamato Federico.
Alfio tentò di dissuadere Cristina e il figlio dal tenere in casa il gatto, ma non
ottenne alcun risultato. Così il piccolo Lucky iniziò la sua nuova vita familiare:fu
allattato con il latte in polvere e sopravvisse, dimostrando di meritare il nome che
portava. E ancora oggi preferisce il cibo degli umani a quello dei gatti: quando la
mamma prepara il pranzo, anche se sta dormendo da qualche parte, dopo un po’
arriva in cucina e segue con lo sguardo ogni movimento. Per essere un gatto ha dei
gusti un po’ particolari: ai croccantini preferisce gli gnocchi, soprattutto se conditi
con sugo e parmigiano: li divora avidamente in un secondo e poi per parecchio
tempo si lecca i baffi…
La famiglia non si separa da lui neppure per le vacanze estive. Al punto che
Lucky si è trasformato in un gatto “campeggiatore”. Non ci sono certezze, ma in
realtà tutto l’inverno lui aspetta il momento di dormire nel camper, perché quando è
in vacanza, per lo più all’isola del Giglio, ne combina di tutti i colori e può davvero
dimostrare le sue doti di cacciatore e di esploratore. Al campeggio Lucky non si
accontenta di dar la caccia a lucertole e uccellini: è più facile e più gustoso rubare
polli arrosto o salcicce che stanno rosolando sulla brace. Dimostrando così, se ce ne
fosse ancora il bisogno, che lui di scatolette o croccantini non ne vuol proprio