Page 103 - 101 storie di gatti
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studiare procedura penale chiusa nella sua stanza, guardando fuori dalla finestra
sperando che spiovesse. Era già buio e la pioggia non smetteva, preparò la pappa
con il pesce e scaldò il latte sperando che nessuno in casa cercasse di dissuaderla
dall’uscire.
Non fu così: anche la mamma, di solito complice, le chiese di non andare,
pioveva troppo e tirava vento, i gatti avevano i croccantini e si sarebbero saziati
comunque. Ma lei sapeva che dopo tanta pioggia avrebbe trovato tutte le ciotole
allagate e i gatti non avrebbero mangiato quelle crocchette inzuppate; poi c’erano i
piccoli che dovevano avere il loro latte caldo. Superò caparbiamente non solo
l’opposizione della mamma ma anche gli improperi del padre e uscì con l’ombrello
e le borse con il cibo; fu difficile anche attraversare la strada e arrivare al vicolo,
dove dopo uno scroscio fortissimo e un fulmine andò via la luce: la stradina piombò
nel buio più profondo. I gatti erano tutti al riparo sotto le macchine e ovviamente non
avevano nessuna intenzione né di uscire né di bagnarsi. Al buio non si vedeva nulla e
lei non sapeva come fare. Per caso passò una macchina diretta a un passo carrabile
che con i fari illuminò i gatti: lei vide tutti quegli occhi che la fissavano in attesa del
cibo e senza indugio sistemò la pappa nei piattini, poi li mise velocemente sotto le
auto in sosta e rimase sotto l’ombrello in attesa che finissero il cibo. Nonostante il
vicolo fosse poco illuminato, e piovesse forte, si accorse che dietro di lei c’era una
persona. Si voltò spaventata e la vide: era una signora anziana, con un abito scuro, il
colletto della camicia fermato da una spilla tipo cammeo e i capelli bianchi raccolti
in una pettinatura legata da nastri di velluto: la “fata” dei gatti. Lei capì subito che si
trattava di una presenza superiore: si riparava sotto un piccolo ombrellino di pizzo
ed era perfettamente asciutta. Le due donne si guardarono negli occhi e con un po’ di
spavento la ragazza disse: «Signora non mi sgridi anche lei, la prego, ora pulisco e
vado via appena i gatti avranno finito di mangiare». La fata con una vocina e un volto
sorridente le rispose: «Sono qui per darle coraggio, se anche con questa tempesta
accudisce i gatti deve proprio amarli tantissimo, vedrà nella vita i gatti le porteranno
fortuna». Lei si voltò per un attimo, poi girò di nuovo la testa per continuare a
parlare ma la “fata” era scomparsa! Malgrado lo stupore, finì il suo lavoro,
completamente bagnata, tornò a casa e decise di non raccontare nulla di quel
magnifico incontro. Lo confessò solo ai gatti di sua madre prima di andare a dormire,
quando, come tutte le sere, si trovavano in cucina per bere un po’ di latte tiepido.