Page 11 - Il mostro in tavola
P. 11

La potenza del cibo


           Il  cibo  oggi  è  al  centro  di  tutte  le  questioni  più  importanti:  politiche,  economiche,

        ambientali. Sono in gioco due degli obiettivi fondamentali per la vita di tutti noi: la nostra
        sicurezza e la nostra sovranità alimentare.

           Nutrire e alimentare le popolazioni del mondo è diventata una sfida sempre più urgente.
        Si  acquistano  terre  per  garantire  la  sicurezza  alimentare  agli  Stati,  allo  stesso  modo  si
        specula sulle produzioni future e sulla terra, come accade in borsa con la compravendita
        dei futures. Nella finanza dei nostri tempi le materie prime e le risorse naturali legate al
        cibo  sono  oggetto  di  grandi  interessi  economici  e  finanziari.  Controllare  il  cibo  e  gli
        approvvigionamenti è una questione di strategia geopolitica che coinvolge tutti gli Stati
        del mondo, nessuno escluso. Il cibo ha acquisito una potenza che non ha paragoni con
        altre epoche storiche.

           Il nostro sistema alimentare oggi ha una dimensione planetaria, con cui ogni produttore,
        dal più piccolo agricoltore fino all’industria di trasformazione, deve fare i conti. I confini
        del nostro sistema alimentare sono assai più grandi del nostro raggio d’azione. Ciò che
        acquistiamo  al  supermercato  è  da  considerarsi  il  prodotto  di  un  menù  alimentare
        planetario.  Questo  significa  che  ciò  che  mangiamo  è  sempre  più  figlio  di  scelte  e

        dinamiche molto lontane dalla nostra tavola; tuttavia, grazie a scelte attente, possiamo di
        fatto  essere  protagonisti  anche  delle  scelte  compiute  a  migliaia  di  km  di  distanza,  e
        diventare così attori decisivi per il cambiamento.

           Forse  siamo  andati  oltre  la  frase  famosa  di  Wendel  Berry:  «Mangiare  è  un  atto
        agricolo»; si potrebbe dire che «mangiare è un atto agricolo, economico, sociale, politico,
        culturale, ambientale».

           Intorno al cibo, cambia anche la nostra società, nascono rivoluzioni culturali e sociali
        che modificano il nostro modo di vivere. Acquistiamo il cibo direttamente dalle aziende,
        nei mercati agricoli, con il gruppo di acquisto solidale. Portiamo i nostri figli nelle fattorie
        didattiche  per  scoprire  dove  nasce  ciò  che  mangiamo.  Coltiviamo  l’orto:  stime  di
        Coldiretti confermano che sono 21 milioni gli italiani che stabilmente o occasionalmente
        coltivano l’orto e curano il giardino. Indice di una volontà di massa di voler produrre il
        proprio cibo, per risparmiare ma anche per potersi alimentare in maniera più sana.

           Siamo anche più ossessionati dal cibo, al punto di averne fatto uno stile di vita, uno
        status symbol, quasi una religione. In televisione i programmi di cultura culinaria ormai
        spopolano,  gli  chef  vengono  accolti  dalle  masse  come  si  accolgono  le  rockstar.
        Pubblicazioni di libri sulle ricette di cucina fanno il boom di vendite, i siti web che si
        occupano di cibo registrano un numero sempre crescente di nuovi utenti. Siamo di fronte a

        un  fenomeno  epocale,  come  non  era  mai  successo  nella  storia  dell’uomo:  questa  è
        diventata a tutti gli effetti l’era del cibo.
           Emergono nuovi generi di classi sociali. Parliamo di una nuova élite sociale, quasi di
        una nuova religione: nascono i foodies, i puristi del cibo naturale. Una parola nata negli

        anni  ’80  per  individuare  quella  classe  di  persone  molto  attente  al  consumo  di  cibo  di
        qualità. Ci sono poi varie tribù di appartenenza: i vegetariani, i crudariani, i fruttariani, i
        vegani, i macrobiotici. Poi chi acquista solo biologico, chi solo biodinamico e chi solo
   6   7   8   9   10   11   12   13   14   15   16