Page 9 - Il mostro in tavola
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L’inganno del cibo


           In questo libro ci metteremo sulle tracce sia di geniali mistificatori sia di semplici goffi

        criminali da strapazzo. Scenari di una spy story in cui il protagonista, il consumatore, non
        riesce a venire a capo della verità nella babele del cibo. Ingredienti che possono diventare
        veleni senza antidoto. Una trappola a basso prezzo o falsificazioni delle migliori opere
        d’autore, come i prosciutti o i premiati formaggi stagionati. Vini battuti alle migliori aste,
        falsi vinacci da tavola, apprezzati, rifiutati e ancora apprezzati, nella totale confusione tra i
        veri e i falsi. Finanza criminosa e speculatrice della nera bevanda chiamata caffè. L’oro
        giallo del mondo, lo zafferano, un bene prezioso che cresce nella terra, contrabbandato e
        rivenduto a ignari consumatori.

           Dietro ad alcune operazioni di mistificazione si nascondono rozze manovre che mirano
        come ultimo guizzo di speranza al colpaccio, mescolando qualche ingrediente di troppo,
        provocando danni oltre ogni immaginazione. Un’onda anomala che si dilaga creando il
        panico  tra  la  folla.  Altre  volte  parliamo  di  veri  pionieri  del  gusto  che  inventano  nuovi
        sapori, diventando inconsapevolmente dei rivoluzionari, personaggi capaci di cambiare il
        destino dei sensi.

           Il dubbio sempre più frequente è che il cibo si stia trasformando in un prodotto di cui

        non conosciamo gli ingredienti.
           È  il  2010  quando  appare  la  classifica  dell’organizzazione  statunitense  US
        Pharmacopeial  Convention,  pubblicata  su  «Science».  Gli  alimenti  più  adulterati  sono:

        l’olio di oliva, il latte, il miele, lo zafferano, il succo d’arancia, il caffè e il succo di mela.
        Il movente è spesso esclusivamente economico e i colpevoli sono sempre più difficili da
        rintracciare.  I  crimini  alimentari  sono  in  crescita,  gli  investimenti  della  criminalità
        organizzata  si  stanno  facendo  sempre  più  corposi.  Un  mercato  in  continua  evoluzione,
        quello dei prodotti alimentari criminali, dove l’unica arma che il consumatore possiede
        per difendersi è quella di diventare più consapevole.

           Alcune  scoperte  scientifiche  importanti  diventano  in  seguito  ingredienti  dei  prodotti
        alimentari, finiscono nei nostri piatti, ma alcuni di questi ingredienti sono tossici. In attesa
        delle leggi che li vietino, gli ingredienti sospetti per una svista o una lentezza burocratica a
        volte rimangono in libera circolazione sui banchi del supermercato. Questo accade perché
        la loro tossicità viene scoperta a posteriori. Di altra natura invece sono i crimini alimentari
        che  adoperano  ingredienti  falsi  o  nocivi  per  semplificare  i  processi  o  risparmiare.  Ci
        alimentiamo di cibo prodotto da atti criminosi. Secondo una recente indagine, il fenomeno
        dell’investimento della criminalità nell’agroalimentare ha un tasso di crescita di 8 reati
        all’ora,  con  un  giro  di  affari  di  ben  oltre  i  50  miliardi  di  euro  all’anno  solo  nel  2012;
        inoltre le frodi alimentari sono in costante aumento. In Italia, entrano prodotti alimentari

        «clandestini»  e  «pericolosi»  per  un  valore  di  ben  oltre  2  miliardi  di  euro  all’anno,  un
        quantitativo  che  raggiunge  il  5%  della  produzione  nazionale.  I  sequestri  si  sono
        quadruplicati, ma non basta per scoraggiare il crimine che non conosce crisi.

           Nel 2011, le forze dell’ordine hanno compiuto un numero record di operazioni contro le
        frodi alimentari: 13.867. Le truffe alimentari hanno un giro d’affari di 3 milioni di euro al
        giorno.  Nel  cibo  si  nascondono  anche  molti  delitti.  Il  lavoro  nero  in  agricoltura  ha  dei
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