Page 59 - La cucina del riso
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Valle d’Aosta
o di gallina. Solo in seguito, alla comparsa nei negozi di paese dei primi
vasetti contenenti l’estratto Liebig (i dadi giunsero, infatti, assai più tardi),
che costituiva un lusso in cucina per via del suo prezzo elevato, le famiglie
più agiate cominciarono a sostituire il classico brodo con i dadi. Per la man-
tecatura si usava del formaggio semigrasso e solo in seguito del parmigia-
no. Spesso, il riso, nella cultura contadina, veniva servito con dell’insalata.
Era inoltre usanza, soprattutto durante la fienagione o comunque quando si
andava a lavorare nei campi, portare con sé il “secoùn dedjeeun”, ossia la
seconda colazione, in cui si consumava del riso al latte.
Alcune preziose testimonianze in libri di ricerca affermano che a Val-
grisenche “Le riz et les pâtes sont arrivés relativement tard, dans la seconde
moitié du XIX siècle” (il riso e la pasta sono arrivati relativamente tardi,
nella seconda metà del XIX secolo), ma la notizia coinvolge tutta l’alta
Valle come si è detto. Dai Computa Sacti Ursi, registri di contabilità di
grande interesse per vedere cosa si comprava nel XV e XVI secolo, il riso
appare, seppure non di frequente, ed era usato soprattutto come addensante.
Una delle più belle penne della poesia valdostana, la poetessa Anaïs Ronc
Desaymonet, scriveva nel 1949 su un giornale locale “Lo mindzé de d’atre
cou” (La cucina di un tempo), a proposito del riso: “Adon de ris se ne pred-
zave pas” (a quei tempi non si parlava di riso).
Tuttavia, in particolare nella valle di Gressoney, dove fino alla Secon-
da guerra mondiale era molto più utilizzato della pasta, il riso lo troviamo
anche in alcuni proverbi. L’espressione “Riso, riso nutrimento leggero,
appena sei sulla porta sei già come prima”, era utilizzata per indicare che
una persona, nonostante avesse mangiato il riso, era nuovamente affamata.
L’espressione “Ti dò il riso e il latte” significava “passo a miglior vita”,
mentre il proverbio “Quello dà il riso e latte al parroco” significava che una
persona stava per morire. Era offerto, infatti, ad Issime, paese della Valle del
Lys, a parenti e amici il giorno del funerale di un proprio caro.
Luciana Landi porta una preziosa testimonianza tratta da un quaderno
di spese di una famiglia agiata, e nel 1865 leggiamo: “la famille en question
se permettait aussi quelques luxes, comme un peu de riz, des anguilles et
des grissins” (la famiglia in questione si permetteva anche qualche lusso,
come un po’ di riso, delle anguille, dei grissini).
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