Page 92 - Raccolta amplissima di canti popolari
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MILLA




    Sicilian;                           FAVELLA,


              pEI SUOI JjESSïCI E JjESSICOGRAFI (*)

                                     / vocabolarii parztaft sono Г tínico mezzo per ar
                                       rondira cul quale renderc più coraune che non
                                       ain in ogni parle d'Italia Tuso délia lingua illu
                                       stre délia nazione , e di far noti a1 singoli paesi
                                       di rusa, (pjci rocaboH proprii délie prorincie rU
                                       speltire, che tuttA Italia ha diritto a aonosoere,
                                       perché rappresentanti oggetti, usi, idée» d' esclu*
                                       «ira pertinenza di quoll« provincie.
                                           CnuuBiHi Bibl. ital* 8. S3, p. t6¡.


             .Signer 3Pre*i&enUt ®rtorant>i <Soffffll)t


    Quando Sicilia firnetïcava dietro i deliriî  te farsi a questa amatissima terra, siccome
   ¿el Mariili, e per ьиа ventura fu 1' ultima  lo fu sempre in sin dal suo nascimenlo.
   imacchiarsi di quel lelterario contagio ve-  Eeco la storia délia vita progressiva delta
   :aioci dal continente; questo nobil Conses-  nostra società — Le accademie, vero semi
   JO. sotto il ben altato litólo di вооя gusto,  nario di sapienza, devono soccorrere la pa
   соя l'esempio e le lezioni necademiche ri-  tria a seconda de' suoi bisogni intelletluali
   coaduceva la patria alla purita délia classi-  e cittadini, e mular indirizzo alie loro lu-
   a literatura. Corretto apuena Г errore del  cubrazioni, come le nazionali o universali
   secólo, inlendea la mente aile storiche e fi-  rngioni lo riebiedono. Perianto questo con
   hsofiche investigazioni: e oramai che a nes-  spicuo collegio di filosoíi, con único con
   wu popólo d' Italia siamo secondi nelle  senso di animi, ha delibéralo dar opera ad
   ioiene e gentili discipline; senza preterniet-  intrapresa gravissima e di pubblica atluale
   tóre i primieri eserozii, aile severe scienze  utilili. Ne la speranza sarà vana, se por-
   i suoi studii rivolge, onde utile veracemen-  remo mente alia generosa indole dell* ani-
    (i) Ouest'» ragionnmenlo fu letto a g aprile 18З7  Portogallo ran debitori de'più necurati loro Voca-
   ijelTiceadeinia di Sciruze e Belle Lctterc di Paler  bolarii 1.
   mo, quindi pubblicato nol looi. 18. p. 133,0 1001.  it Accolse di buon grado la nostra Aecademia t
   19. p. i33 délie Siciliano Effenieridi, e ora ai ripro-  una proposizione che scorgea tanto a se gloriosa ,
  dar* eon qualcho mulamento, per dare al pubbli-  quanto proficua alla nazione ; с un Comitate creó
   ro ib único eorpo le osserrazinni e le teoriche dcl-  per discutor gli articoli da quel Caraliere proposti,
   I i snUe quistioni più vitali dclla fnrella insulare  per modifienrno il progetto, per determíname il me»
  sUa quale ha egli consécralo si lunghe vigilie.  rito, e per rif.-rir sull'asiunto. Quattro illunjri шеш-
    ¿toa *t* discто a'httori, il ricordo di quanto di  bri di quest'Aocadcniia tenncro nclla mía stanza le
   <pieito 1атого del Vigo scrirea il eh. Alessi > Лаг-  loro non pocho riunioni. finché il segretario di que»
   úo* della С di G. nella Hela¿tone decademica  ata Commis4Íonc, Gaitano Daita, uc distote, e quin-
   ■ e iatori dell' jiccatlemia di Scienze e Leitete tli  di l.'seene it ragionato rapporto; con che parea fi
   Pa¿¿nao, vol. 2, dcgli AUi, Palermo tS53. p. ig,  nito il negocio. Ma falto sta che aflora appunto a*
    1 Gli studii «pesi supra nô I DíaleUo siciliano) dai  borti ed and >nne in fumo ; posciachè difueollA in
   anstri aoticbi renne ricpilogandu il car. f.ionardo  sorte al di fuori , o reuitenze sopraggiunte al di
   Tïm en apposita diceria , che lepgcsi nui loniî  dentro, prima sopiroño , e poi estinsero U matu
   XfUI e XIX délie KfFemeridi nostre; cou ehe prese  rate disegno. s
   & ¿imostraxe il bisogno di un più completo Di-  Fin qui il ISnrbonc , nggiungo la causa fatale di
   ВДааггэ, lacui couipilaiiene mostrara non ad nitri  esicrsi arréstate V utile impresa, cssere stato U cho
   aVçiio competeré che ad una Aecademia intern, od  lera, che disertó Sicilia e più Palermo con la per-
   * qaeata nostra segualameute, sircóme aU'Accadeiuia  dita di tante mi^liaia di cittadiiú e de* più illustri,
   *tuaCrasea Flulia, a quelle de1 Quaranta U Fran  e Je susseguenti slragi borboniche , che ancora ri-
   cia , щ11л Caaügliana la Spugua , alla Lusitana il  cordiauio con raccapriocio ed orrore.
     Vico, Opere — Cuntí Popolari siciliani —Yol. ii.             O'
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