Page 64 - Poemi del Risorgimento
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su! le criniere v'attorcete in mano,
                                            saltate su, lanciateli: da tanto
                                            hanno i cavalli l'émpito nel cuore!
                                            Al lor ritorno avvinti per le briglie
                                            alle colonne vostre, dagli augusti
                                            ruderi il loglio antico pasceranno.
                                            Ma ora andate a rivedere i campi
                                            delle legioni, a riveder le terre
                                            onde v'avvenne riportare il nunzio
                                            della vittoria. Si combatte ancora
                                            con ferro e fuoco. Sono le coorti
                                            d'allora; al cielo va la polvere, alto
                                            suona il fragore. Colmano bassure,
                                            piantano i valli, sfanno i colli, occulte
                                            forano vie per entro le montagne.
                                            Sono picconi l'armi nostre. Andate
                                            propiziando! il Popolo pilumno
                                            pensi i trionfi che menò, le leggi
                                            che fece, il dritto che impartì, la pace
                                            che diede, e allievi il suo lungo lavoro
                                            d'oggi con la sua gloria veterana.



                                                   LA VERGINE MASSIMA

                                               Ora, ascoltando le sorsate al fonte
                                            sacro, e il bussar dell'unghie alterne in terra,
                                            nel tempio augusto pallida taceva,
                                            fisa con gli occhi, la sacerdotessa;
                                            poi, nell'alto silenzio risonando
                                            una voce mirabile: Vittoria!
                                            ella premea nel cuore quella voce
                                            e quel portento e s'avviava all'arce
                                            del Campidoglio. E il popolo mirava

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