Page 63 - Poemi del Risorgimento
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cozzanti, allora divenian due stelle,
                                            che rifulgeano fisse tra il brandire
                                            degli alberi e l'oscillar delle antenne.
                                            Erano questi i tuoi corrieri, al cenno
                                            pronti, o Vittoria. All'apparir del vespro,
                                            volgean del pari il corso de' cavalli,
                                            e per le strade andava il colpo e il tonfo
                                            dei risonanti zoccoli; e i cavalli,
                                            ecco, anelanti, essi adduceano all'acqua:
                                            o dea Iuturna, all'acqua tua perenne:
                                            né già cadean le stelle, né le nubi
                                            dalla prima alba erano ancora orlate.
                                            Vegliava un solo focolare in Roma,
                                            v'era una sola casa, che mandasse
                                            baglior di luce dalle sue transenne.
                                            Vesta attendeva i reduci seduta
                                            al fuoco inestinguibile.



                                                      AI DUE GEMELLI

                                                                Fratelli!
                                            O in pace alfine (come voi chiamasse
                                            il tempo antico) ora; non già, fratelli,
                                            allora, anche pugnaci sotto il ventre
                                            della nutrice vostra lupa fosca:
                                            tante pendean le poppe, e tra voi d'una
                                            sorgea contesa, per averla entrambi:
                                            voi che la lupa con la scabra lingua
                                            non ammansava, ed ammansò la morte:
                                            che stretti poi con infrangibil patto,
                                            come la notte è giunta al dì, celesti
                                            cavalcatori, componete il tempo,
                                            non interrotto, con la luce e l'ombra;

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