Page 149 - Poemi conviviali
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XVII

                                            Prese due penne il vecchio nano, e stette
                                            sopra una roccia, ed agitò le penne,
                                            e chiamò l'Orda, che attendeva: «A me,

                                            Gog e Magog! A me, Tartari! O gente
                                            di Mong, Mosach, Thubal, Aneg, Ageg,
                                            Assum, Pothim, Cephar, Alan, a me!

                                            A Rum fuggì Zul-Karnein, le ferree
                                            trombe lasciando qui su le Mammelle
                                            tonde del Nord. Gog e Magog, a me!»


                                                           XVIII

                                            O stolti! Quelle trombe erano terra
                                            concava, donde il vento occidentale
                                            traeva, ansando, strepiti di guerra.

                                            Rupperle disdegnando col puntale
                                            de' lor pungetti, e dalle trombe rotte
                                            gufi uscivan con muto batter d'ale.

                                            Risero accorti, e sparsi per le grotte
                                            bevvero sangue. Sopra loro un volo
                                            muto, di sogni, e i gridi della notte.



                                                            XIX

                                            Alla gran Porta si fermò lo stuolo:
                                            sorgeva il bronzo tra l'occaso e loro.
                                            Gog e Magog l'urtò d'un urto solo.

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