Page 55 - I delitti della rue Morgue
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della sua casa. Correndo verso lo stabile, vide la corda
del parafulmine, vi si arrampicò con un’agilità inconce-
pibile, afferrò la persiana che era spinta completamente
verso il muro e tenendosi a quella si lanciò direttamente
sulla spalliera del letto. Tutto questo in meno di un mi-
nuto. La persiana era stata riaperta dal salto col quale
l’Orang-utang si era gettato nella stanza.
Il marinaio, in questo mentre, era felice e perplesso
nello stesso tempo. Aveva buona speranza di catturare
l’animale che difficilmente poteva scappare dalla trap-
pola nella quale si era avventurato, poiché se fosse ridi-
sceso per la corda del parafulmine gli si sarebbe potuto
chiudere la strada là. Ma d’altra parte era molto inquie-
to, per quello che la bestia poteva fare nella casa. Que-
st’ultimo pensiero lo incitò ancora a seguire il fuggia-
sco. Per un marinaio è una cosa da nulla arrampicarsi
lungo la corda d’un parafulmine; ma arrivato all’altezza
della finestra, che era assai discosta sulla sua sinistra,
egli non poté piú andare avanti; non poté piú fare altro
che spenzolarsi in modo da gettare un’occhiata nell’in-
terno della stanza. Quello che vide lo fece quasi venir
meno dal terrore. Proprio allora suonarono nella notte le
orribili grida che svegliarono di soprassalto gli abitanti
della Rue Morgue. Madame L’Espanaye e sua figlia, in
vesti da notte, erano apparentemente occupate a mettere
a posto qualche carta nella cassaforte già mentovata che
era stata trascinata nel mezzo della stanza. La cassaforte
era aperta e il suo contenuto si trovava sparso pel pavi-
mento. Le vittime dovevano essere sedute con le spalle
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