Page 87 - Odi e Inni
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come un precipite e forte
martellare d’officina.
Forse è colui che non dorme
mai, l’eterno Michelangelo che scava
qualche Crepuscolo enorme
da un blocco di lava.
Voi, pionieri, nell’atrio
bianco degli uomini, il patrio
Genio voi certo l’udiste,
tra il silenzio universale,
lungi dai giorni e dall’ore,
solo, né lieto né triste,
affaticarsi al chiarore
d’un’aurora boreale.
IV
O pionieri... Noi siamo
l’opre di tutta la terra,
popolo indomito e gramo,
come schiavi presi in guerra:
muta un’angoscia ci doma,
ché ci raspa sopra il cuore tratto tratto
l’ugna d’un fiero lupatto
tuo, lupa di Roma...
Siamo una cupa masnada
che si rifiuta e si scaccia,
e che riprende la strada
col piccone e la bisaccia;
mentre nel cuore profondo
che riflette nuove nubi e nuove stelle,
passano tre caravelle
che cercano un mondo...
Lo troveremo due volte.
Tu dalle tenebre folte
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