Page 86 - Odi e Inni
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V’è la gramaglia... oh! non v’era
                         là nel vostro attendamento:

                         essa non copre e scolora
                         quel vessillo che piantaste e che là solo,

                         alla deriva, forse ora
                         già trema sul Polo...



                         Giovane duca, tu pensi.
                         Pensa alle tue visioni!

                         Pensa ai tuoi pelaghi immensi,
                         dove alzasti i padiglioni.
                         Morte e silenzio. Soltanto

                         si levava da un’incudine, sonoro,
                         ritmico ed ilare, il canto

                         del sacro Lavoro.


                         C’era il Lavoro con voi:

                         c’era, o pilota d’eroi,
                         anche la fame, l’insonne

                         fame, il freddo e la tempesta.
                         Vieni! C’è fuoco romano
                         qui tra le rotte colonne.

                         Scalda l’offesa tua mano
                         all’eterna ara di Vesta!





                                                           III



                         Voci di là della vita

                         turbano il sonno latino.
                         L’anima sorge stupita
                         dalla pietra del cammino!

                         Sembra che il campo contuso
                         sia da magli smisurati e regolari...

                         È il calpestìo de’ triari
                         tuoi, Mario, tuoi, Druso.



                         Strepito d’oltre la morte
                         rompe la notte latina,





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