Page 137 - Odi e Inni
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che s’allontana, più non le riesce
di tener gli occhi aperti e di vedere.
E pensa ed abbandona le due mani
stanche sui due ginocchi,
l’una con l’ago e l’altra col lavoro;
e pensa ad uno che da molte sere
passa, e si ferma e canta suoi stornelli;
e non pensa al domani,
non pensa alla maestra;
e vuol godersi avanti alla finestra
aperta un sonno, un cader giù soave
dell’anima e degli occhi
pensando appena, fin che suoni l’Avemaria,
quando a quei tocchi
Rosetta per costume
serra, ed accende il lume.
ROSETTA Cuci e cuci, si fa sera.
Poverina chi non ha!
Ma il mio cuore vede e spera.
Spera e spera... si fa sera.
Gli vuo’ bene, ma son fiera;
gli vuo’ bene, e non lo sa.
Cuci e cuci, si fa sera.
Se son rose... è primavera;
se vuol bene, tornerà.
L’AVEMARIA Don... Don... Don...
ROSETTA Ma convien che mi ricordi,
e che serri la finestra...
suona l’Ave... l’Or di
notte... Che me ne ricordi...
ch’egli passa e canta: Fior di...
di giunchiglia... no, ginestra...
Ch’io la serri e mi ricordi...
passa e canta: Cuor di... Cuor di...
apri apri la finestra...
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