Page 15 - Nuovi poemetti
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ova e celesti con goccine rosse,


                                            calde nel musco, sopra i pappi, ed anche
                                            tra foglie secche... Prima ancor di giorno
                                            volò ciascuno alle compagne stanche.


                                            Ma tutto il giorno andava Rigo attorno
                                            senza far nulla. Non guardò nell'orto
                                            spighe di lilla e ciondoli d'avorno.

                                            Violacciocche, e' vi guardava torto
                                            quando lo chiamavate con l'odore!
                                            Ma verso sera egli là era, smorto...

                                            E vide Rosa: aveva in grembo un fiore,
                                            non facea nulla, ed era sola e muta.
                                            S'udia lontano il sufolo di Dore.

                                            Guardava in aria, a nulla. Era seduta.


                                                             II

                                            Rigo le prese le due mani. «O Rosa,
                                            ti voglio bene. Io t'amo e mi vergogno
                                            di dirlo a te, di dirlo a te... mia sposa!

                                            Non ho coraggio, Rosa, ed ho bisogno
                                            che tu m'incuori. Il cuore trema: senti?
                                            E non m'attento di parlar, che in sogno.

                                            Anche tu sembra allora che ti attenti.
                                            Se mostro un po' di chiuder gli occhi e taccio,
                                            tu entri in casa senza aprir battenti.


                                            Tu vai, tu vieni... Oh! io non ti discaccio!»
                                            Ecco e d'un braccio cinse a lei la vita,
                                            ed essa gli si abbandonò sul braccio.


                                            «Tu sei l'anima mia, sei la mia vita.
                                            Battere, il cuore, senza il tuo, non osa
                                            più. Respiriamo con la bocca unita!


                                            Apriti, alfine, o mio bocciòl di rosa!»

                                                             III

                                            Allor s'aprì la prima stella in cielo;
                                            e dalla terra tacita e sorpresa
                                            si levò un trillo come un lungo stelo.

                                            Un'altra, un altro. Ad ogni stella accesa,



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