Page 14 - Myricae
P. 14
Giovanni Pascoli - Myricae
E or per quanto stridula di vento 130
ombra ne dividesse, a quando a quando
udrei, come da vivo, il tuo lamento,
o mio Giovanni, che vegliai, che ressi,
che curai, che difesi, umile e buono,
e morii senza che rivedessi!
Avessi tu provato di quell’ora 135
ultima il freddo, e or quest’abbandono,
gemendo a noi ti volgeresti ancora.–
– Ma se vivete, perché, morti cuori,
solo è la nostra tomba illacrimata,
solo la nostra croce è senza fiori?– 140
Così singhiozza Giacomo: poi geme:
– Quando sola restò la nidïata,
Iddio lo sa, come vi crebbi insieme:
se con pia legge l’umili vivande
tra voi divisi, e destinai de’ pani 145
il più piccolo a me ch’ero il più grande;
se ribevvi le lagrime ribelli
per non far voi pensosi del domani,
se il pianto piansi in me di sei fratelli;
se al sibilar di questi truci venti, 150
al rombar di quest’acque, io suscitava
la buona fiamma d’eriche e sarmenti;
e io, quando vedea rosso ogni viso,
e più rossi i più piccoli, tremava
sì, del mio freddo, ma con un sorriso. 155
6