Page 16 - Myricae
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Giovanni Pascoli - Myricae
I figli morti stanno avvinti al padre
invendicato. Siede in una tomba.
(io vedo, io vedo) in mezzo a lor, mia madre. 185
Solleva ai morti, consolando, gli occhi,
e poi furtiva esplora l’ombra. Culla
due bimbi morti sopra i suoi ginocchi.
Li culla e piange con quelli occhi suoi,
piange per gli altri morti, e per se nulla, 190
e piange, o dolce madre! anche per noi;
e dice: – Forse non verranno. Ebbene,
pietà! Le tue due figlie, o sconsolato,
dicono, ora, in ginocchio, un po’ di bene.
Forse un corredo cuciono, che preme: 195
per altri: tutto il giorno hanno agucchiato,
hanno agucchiato sospirando insieme.
E solo a notte i poveri occhi smorti
hanno levato, a un gemer di campane;
hanno pensato, invidïando, ai morti. 200
Ora, in ginocchio, pregano Maria
al suon delle campane, alte, lontane,
per chi qui giunse, e per chi resta in via
là; per chi vaga in mezzo alla tempesta,
per chi cammina, cammina, cammina, 205
e non ha pietra ove posar la testa.
Pietà pei figli che tu benedivi!
In questa notte che non mai declina,
orate requie, o figli morti, ai vivi!–
O madre! il cielo si riversa in pianto 210
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