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IL GIORNO DEI MORTI


                                        Io vedo (come è questo giorno, oscuro!),
                                        vedo nel cuore, vedo un camposanto
                                        con un fosco cipresso alto sul muro.

                                        E quel cipresso fumido si scaglia
                                        allo scirocco: a ora a ora in pianto    5
                                        sciogliesi l’infinita nuvolaglia.

                                        O casa di mia gente, unica e mesta,
                                        o casa di mio padre, unica e muta,
                                        dove l’inonda e muove la tempesta;

                                        o camposanto che sì crudi inverni      10
                                        hai per mia madre gracile e sparuta,
                                        oggi ti vedo tutto sempiterni

                                        e crisantemi. A ogni croce roggia
                                        pende come abbracciata una ghirlanda
                                        donde gocciano lagrime di pioggia.     15

                                        Sibila tra la festa lagrimosa
                                        una folata, e tutto agita e sbanda.
                                        Sazio ogni morto, di memorie, posa.

                                        Non i miei morti. Stretti tutti insieme,
                                        insieme tutta la famiglia morta,       20
                                        sotto il cipresso fumido che geme,

                                        stretti così come altre sere al foco
                                        (urtava, come un povero, alla porta







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