Page 489 - La mirabile visione
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essere in caritade è qui necesse...
divina voglia...
allo re che 'n suo voler ne invoglia...
In la sua volontade...
Infine Piccarda conclude cantando la salutazione dell'angelo alla
sposa dello Spirito. (ib. 121) E sempre è qui la nota del desiderio
di sapere e del caldo d'amore e della luce. E infine gli spiriti di
questo pianeta macchiato sono tali in cui la volontà un poco
s'ammorzò, e della libertà del volere si ragiona. Ora la volontà è
in noi ciò che lo Spirito è nella Triade. E si menziona la mala
cupidigia, ben diversa da quella che fa cupido l'ingegno di Dante:
(ib. 5, 79 e 89) ora cupidigia mala è quella che si liqua in volontà
ingiusta, e la buona, cioè il retto amore, in volontà benigna.
Nel secondo regno del cielo, mosso degli Arcangeli, si
contempla lo Spirito col Figlio. Lume, grazia, desio, ardore sono
nel cielo di Mercurio. Giustiniano si nasconde nel suo raggio; (ib.
5, 136) e parla dell'aquila, che è molto affine alla colomba dello
Spirito, dell'aquila che altra volta noi vediamo scendere con
penne d'oro, e terribile come folgore; (Pur. 9, 20) e dice di sè: (ib.
6, 41)
per voler del primo Amor ch'io sento
dentro alle leggi trassi il troppo e il vano.
Questo, per lo Spirito: o il Figlio? Giustiniano dice che l'aquila
romana ebbe la gloria di far la vendetta di Dio, sottomettendo al
suo potere il suo Figlio. Il che Beatrice dichiara, ragionando a
lungo della redenzione, per la quale il Verbo di Dio (ib. 7, 3)
la natura che dal suo Fattore
s'era allungata, unio a sè in persona
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