Page 5 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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A due porte dall'angolo, andando verso est sul lato sinistro
della strada, la linea era interrotta dall'ingresso di un cortile e,
in quel preciso punto, un sinistro fabbricato protendeva il suo
frontone sulla via. Alto due piani, l'edificio non presentava
finestre ma solo una porta al piano inferiore, e una cieca
facciata di muro scolorito a quello superiore; denunciava, sotto
ogni aspetto, un prolungato e sordido stato di abbandono. La
porta, priva com'era di campanello e di battaglio, sembrava
bozzoluta e maculata. I vagabondi andavano a cacciarsi nel
vano e sfregavano fiammiferi sui pannelli; i ragazzini tenevano
banco sui gradini; lo scolaro aveva provato il proprio
temperino sulle modonature; e ormai era una generazione, si
può dire, che nessuno si faceva più vedere per scacciare quei
casuali visitatori o ripararne i danni.
Il Signor Enfield e l'avvocato si trovavano dall'altro lato della
strada ma, quando giunsero all'altezza dell'ingresso, il primo
alzò il bastone da passeggio e lo indicò.
- Avete mai notato quella porta?- Chiese; e alla risposta
affermativa del compagno aggiunse: - Nella mia mente è
collegata a una storia alquanto strana.
- Davvero? - fece Utterson, con un lieve cambiamento nella
voce -.
E di che si tratta?
- Beh, è andata così - rispose Enfield -: - me ne tornavo a casa
da un posto in capo al mondo, saranno state le tre di un nero
mattino d'inverno, e i miei passi mi guidavano attraverso una
zona della città dove, esclusi i lampioni, non c'era letteralmente
niente da vedere.
Strada dopo strada, e tutta la gente addormentata - strada dopo
strada, illuminate tutte come per una processione, e al pari di
una chiesa tutte vuote finché, da ultimo, ero piombato in quello
stato d'animo in cui stai tutto teso ad ascoltare e ti scopri a
desiderare di vedere una guardia. Improvvisamente vidi due
figure: una era un ometto che zampettava con passo spedito in