Page 3 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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Robert Louis Stevenson
LO STRANO CASO
DEL
DOTTOR JEKILL E MISTER HYDE
STORIA DELLA PORTA
L'avvocato Utterson era un uomo dall'espressione austera, che
non si illuminava mai di un sorriso; freddo, parsimonioso e
imbarazzato nel parlare; restio a manifestare sentimenti; magro,
lungo, opaco e mesto, eppure in qualche modo amabile. Alle
riunioni fra amici, e quando il vino era di suo gusto, qualcosa
di sinceramente umano si irradiava dal suo sguardo; qualcosa a
dire il vero che non riusciva mai a tradursi in parole, ma che si
comunicava non solo grazie a quei muti simboli del volto del
dopo pranzo, bensì, più spesso ancora e più vivacemente,
attraverso le azioni della sua vita. Severo con se stesso, egli
beveva gin, quand'era solo, per mortificare una predilezione per
i buoni vini; e erano vent'anni che, pur amandolo, non varcava
la soglia di un teatro. Ben conosciuta era comunque
l'indulgenza che mostrava nei confronti del prossimo e,
stupendosi a volte, quasi con invidia dell'intensità con cui certi
animi risentivano l'impulso a compiere malefatte egli era, in
ogni momento, propenso a dare aiuto più che biasimo. "Io
tendo all'eresia di Caino", era solito dire argutamente; "lascio
che mio fratello se ne vada al diavolo come più gli garba". Un
atteggiamento il suo che non di rado gli dava il privilegio di
essere l'ultimo stimato conoscente, nonché l'ultimo a esercitare
un buon influsso nella vita di persone alla deriva. E verso tipi
simili, finché tornavano a bussare alla sua porta, si comportava
senza mai un'ombra di cambiamento.
Indubbiamente era impresa facile per il signor Utterson, poiché