Page 41 - Oriana Fallaci - La vita è una guerra ripetuta ogni giorno
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Con monotonia si ripete: la situazione è molto, molto critica. L’America è nei guai
come non c’era mai stata. Lo è davvero. Anche se le sommosse fossero domate più
velocemente di quanto si speri, resterà sempre sotto la cenere il carbone acceso di
una rivolta ormai allerta. E, oltre a quello, il sospetto che lo sforzo di mettere
insieme le razze, ricavarne un popolo unito, sia naufragato nel fallimento. È
naufragato proprio nel momento in cui i diritti civili erano una conquista in sostanza
acquisita, molti negri detenevano cariche di giusta importanza, il razzismo dei
bianchi andava spegnendosi in pentimento e ridicolo. E su ciò esiste una risposta
vecchia quanto il mondo: quella che ha dato lo scrittore negro-portoricano Piri
Thomas: «Venticinque anni fa eravamo tante piccole gang che non sapevano leggere
e scrivere. Oggi siamo un’unica grande gang che sa leggere e scrivere. Leggendo,
scrivendo, abbiamo aperto gli occhi e abbiamo visto la spazzatura in cui abbiamo
così a lungo vissuto. Vedendola, abbiamo capito che bisogna gridare contro chi non
la raccatta. Solo così si può ritrovare la dignità».
L’unico punto su cui non esiste risposta è la tristezza che prende a notare come si
ricorra sempre al sistema di fracassare e uccidere per ritrovare dignità. La tristezza
di dover raccontare che Cristo è morto un’ennesima volta a Newark, a Pontiac, a
Cincinnati, a Minneapolis, a Birmingham, a Rochester, a Toledo, a Phoenix, a
Cambridge, a Saginaw, a Flint, a Grand Rapids, a Bogalusa, a Englewood, ad
Harlem, che è morto a Detroit. 6