Page 44 - Oriana Fallaci - La vita è una guerra ripetuta ogni giorno
P. 44
L’inviata
È la guerra che la consacra, quella del Vietnam. Ma è soprattutto il conflitto che
confermerà la sua convinzione che la guerra è folle, inutile, «imbecille».
È lei a chiedere di andarci a Tommaso Giglio, allora direttore de
«L’Europeo»: «Voglio andare in Vietnam, Giglio». «E tu vai in Vietnam.» «Che
tipo di reportage le piacerebbe sul Vietnam?» «Il reportage che vuoi.»
Parte a novembre del 1967 e racconterà gli scontri da vicino, giorno per
giorno, in diversi viaggi, per più di sette anni, ai lettori del settimanale e poi in
Niente e così sia. Un libro, come disse in un’intervista a «Tuttolibri» del 1969, che
è «un estremo atto di fede nell’uomo. Perché, quando si vede quello che io ho
visto, e tutti quelli che siamo stati nel Vietnam abbiamo visto, il massacro,
l’assassinio, il crimine della guerra, quando si è visto tutto questo, non ci si può
non credere nell’uomo, perché se non ci si crede, se non lo si difende, se non lo si
ama, si torna a casa e veramente si tirano le bombe ai bambini».