Page 36 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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Nel mondo














          La parola lavoro suscita in me un’immagine. Ho cinque o sei anni e sto ritta sul letto:
          mia madre mi sta infilando una camiciola di lana. Ruvida, ruvida. Pizzica. La mia
          testa arriva al collo di mia madre, sicché per guardarla in faccia devo rovesciare il
          capo all’indietro. La guardo e lei piange. Silenziosamente, di rabbia. E piangendo
          dice:  «Non  devi  fare  come  me!  Non  devi  diventare  una  moglie,  una  mamma,  una

          schiava  ignorante!  Devi  andare  a  lavorare!  Lavorare!  Viaggiare!  Il  mondo!  Nel
          mondo!».  E  io  non  capisco  perché  lei  lavora  tanto,  lavora  sempre:  il  suo  non  è
          lavoro? E un giorno, ero ormai un’adolescente, ricordai l’episodio a mia madre e le
          dissi: «Ma il tuo non era lavoro?». E lei mi rispose: «No. Era schiavitù».             1
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