Page 140 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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Futuro e passato
Sono pronta per scrivere il libro [Un cappello pieno di ciliege, N.d.R.] che da
almeno vent’anni (forse trenta) voglio scrivere e che non ho scritto allora perché non
lo sentivo maturo. Il libro sulla mia famiglia, la mia infanzia, la mia prima
giovinezza. Ci lavoro già, in fase preparatoria. Ad esso dedico tutti i miei pensieri,
le mie energie, ed esso è ormai lo scopo della mia vita. Forse dovrei dire: ciò che
mi tiene in vita. 1
Un libro che incomincia alla fine del 1700 e, con alcuni salti, si conclude nel 1944. 2
Una donna che si sente vicina a morire rincorre con la memoria la sua infanzia, la
sua fanciullezza, addirittura il suo ingresso nel mondo. Quasi cercasse di spiegare a
sé stessa il mistero della Vita, perché è nata e da chi, fruga nei ricordi e cerca un
passato di cui non sa quasi nulla. Non l’ha mai chiesto. Di esso non trattiene che
frammenti uditi, magari di malavoglia, dai genitori ora morti. Sono morti anche gli
altri: le zie, gli zii, i nonni. Non c’è più nessuno cui chieder di esaudire la sua
curiosità esistenziale, sicché a quei frammenti si attacca come un naufrago a un pezzo
di legno. E li arricchisce, li ingigantisce con la sua fantasia, ricavandone storie
fantastiche. 3
Sono uno scrittore lento, prolisso, e incontentabile. E questo libro è il più difficile
che abbia mai scritto, proprio perché legato agli eventi storici e alle ricerche
precise. Non consente, cioè, disinvolture ed errori. 4
Una ricerca dalla quale risulta che in tutte le mie vite la vita è stata per me un caos e
un tormento. Trabocca infatti di contadini, marinai, plebei, morti di fame, ma
contiene anche gli aristocratici ai quali devo la mia alterigia. 5
***
Ora che il futuro s’era fatto corto e mi sfuggiva di mano con l’inesorabilità della
sabbia che cola dentro una clessidra, mi capitava spesso di pensare al passato della