Page 444 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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all’attacco  contro  l’Italia  temo  due  cose:  il  Natale  e  le  elezioni.  Forse
          supereremo il Natale. I loro attentati non sono colpacci rozzi, grossolani.

          Sono  delitti  ra nati,  ben  calcolati  e  ben  preparati.  Prepararsi  richiede
          tempo e a Natale credo che non saranno pronti. Però saranno pronti per
          le elezioni del 2006. Le elezioni che vogliono vedere vinte dal paci smo a
          senso  unico.  E  da  noi,  temo,  non  si  accontenteranno  di  massacrare  la
          gente.  Perché  quello  è  un  Mostro  intelligente,  informato,  cari  miei.  Un

          Mostro  che  (a  nostre  spese)  ha  studiato  nelle  università,  nei  collegi
          rinomati,  nelle  scuole  di  lusso.  (Coi  soldi  del  genitore  sceicco  od  onesto
          operaio.)  Un  Mostro  che  non  s’intende  soltanto  di  dinamica,  chimica,

           sica, di aerei e treni e metropolitane: s’intende anche di Arte. L’arte che
          il loro presunto Faro-di-Civiltà non ha mai saputo produrre. E penso che
          insieme  alla  gente  da  noi  vogliano  massacrare  anche  qualche  opera
          d’arte. Che ci vuole a far saltare in aria il Duomo di Milano o la Basilica
          di San Pietro? Che ci vuole a far saltare in aria il David di Michelangelo,

          gli Uffizi e Palazzo Vecchio a Firenze, o il Palazzo dei Dogi a Venezia?
             Che  ci  vuole  a  far  saltare  in  aria  la  Torre  di  Pisa,  monumento
          conosciuto in ogni angolo del mondo e perciò assai più famoso delle due

          Torri  Gemelle?  Ma  non  possiamo  scappare  o  alzare  bandiera  bianca.
          Possiamo  soltanto  a rontare  il  mostro  con  onore,  coraggio,  e  ricordare
          quel  che  Churchill  disse  agli  inglesi  quando  scese  in  guerra  contro  il
          nazismo di Hitler. Disse: «Verseremo lacrime e sangue». Oh, sì: pure noi
          verseremo  lacrime  e  sangue.  Siamo  in  guerra:  vogliamo  mettercelo  in

          testa, sì o no?!? E in guerra si piange, si muore. Punto e basta. Conclusi
          così anche quattro anni fa, su questo giornale.
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