Page 434 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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municipio cioè dei cittadini, e l’assessore all’urbanistica ha aggiunto che
da un punto di vista urbanistico non ci sono problemi. «Niente di più
facile.» Episodio dal quale deduci che la città di Dante e Michelangelo e
Leonardo, la culla dell’arte e della cultura rinascimentale, sarà presto
deturpata e ridicolizzata dalla sua Mecca. Peggio ancora: continua la
Political Correctness dei magistrati sempre pronti a mandare in galera me
e intanto ad assolvere i gli di Allah. A vietarne l’espulsione, ad
annullarne le (rare) condanne pesanti, nonché a tormentare i carabinieri
o i poliziotti che con loro gran dispiacere li arrestano. Milano, pomeriggio
dell’8 luglio cioé il giorno dopo la strage di Londra. Il quarantaduenne
Mohammed Siliman Sabri Saadi, egiziano e clandestino, viene colto senza
biglietto sull’autobus della linea 54.
Per e ettuare la multa i due controllori lo fanno scendere e scendono
con lui. Gli chiedono un documento, lui reagisce ingaggiando una
colluttazione. Ne ferisce uno che nirà all’ospedale, scappa perdendo il
passaporto, ma la Volante lo ritrova e lo blocca.
Nonostante le sue resistenze, dinanzi a una piccola folla lo ammanetta
e nello stesso momento ecco passare una signora che tutta stizzita vuole
essere ascoltata come testimone se il poverino verrà processato ed
accusato di resistenza. I poliziotti le rispondono signora-ci-lasci-lavorare,
e allora lei allunga una carta di identità dalla quale risulta che è un
magistrato. Sicché un po’ imbarazzati ne prendono atto poi portano
Mohammed in questura e qui… Bé, invece di portarlo al centro di
permanenza temporanea dove (anziché in galera) si mettono i
clandestini, lo lasciano andare invitandolo a presentarsi la prossima
settimana al processo cui dovrà sottoporsi per resistenza all’arresto e
lesioni a pubblico u ciale. Lui se ne va, scompare (lo vedremo mai più?)
e indovina chi è la signora tutta stizzita perché lo avevano ammanettato
come vuole la prassi. La magistrata che sette mesi fa ebbe il suo piccolo
momento di celebrità per aver assolto con formula piena tre mussulmani
accusati di terrorismo internazionale e per aver aggiunto che in Iraq non
c’è il terrorismo, c’è la guerriglia, che insomma i tagliateste sono
Resistenti. Sì, proprio quella che il vivace leghista Borghezio de nì «una
vergogna per Milano e per la magistratura». E indovina chi anche oggi la
loda, la difende, dichiara ha-fatto-benissimo. I diessini, i comunisti, e i
soliti verdi. Continua anche la panzana che l’Islam è una religione di
pace, che il Corano predica la misericordia e l’amore e la pietà. Come se
Maometto fosse venuto al mondo con un ramoscello d’ulivo in bocca e
fosse morto croci sso insieme a Gesù. Come se non fosse stato anche lui
un tagliateste e anziché orde di soldati con le scimitarre ci avesse lasciato
san Matteo e san Marco e san Luca e san Giovanni intenti a scrivere gli