Page 329 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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La guerra vista dal fronte
LIVIO CAPUTO. Dalle poche informazioni che arrivano, a noi risulta che le
operazioni vanno abbastanza bene. A te che cosa sembra, vedendo le cose dal
fronte? *
ORIANA FALLACI. Qui di notizie non ne arrivano davvero molte. Io mi
sono trovata, quasi per caso, dinanzi a Schwarzkopf, il quale non ha fatto
un brie ng, ma piuttosto una breve dichiarazione. Altri brie ng non ce ne
sono stati. Mi è stato riferito che ce ne doveva essere uno dei kuwaitiani,
ma quando tutti erano riuniti nella sala in attesa gli stessi kuwaitiani
hanno detto: «Vi abbiamo convocato per dire che non ci sarà alcun
brie ng». Nessuno parla più, e il perché sta nella dichiarazione che ha
appunto fatto Schwarzkopf: «Non vogliamo compromettere l’andamento
dell’operazione». Bisogna rendersi conto che siamo nel 1991, che, sebbene
Saddam Hussein abbia un esercito ormai disfatto e sconfitto, ha sempre un
esercito moderno, vale a dire in grado di captare delle informazioni, delle
voci. Non dimentichiamo che gli americani, quando erano suoi amici, gli
hanno messo su un servizio di intelligence non indi erente da un punto di
vista tecnologico. Poi glielo hanno distrutto con i bombardamenti, tant’è
vero che uno dei suoi maggiori problemi negli ultimi tempi è stato quello
di non poter comunicare. Sembra addirittura che gli u ciali suddivisi
nelle varie postazioni dovessero comunicare per iscritto. Ma gli americani
non possono onestamente permettersi di avere dei giornalisti che
raccontano a Saddam Hussein quello che succede. A parte un rigore forse
eccessivo, trovo una logica in tutto questo. Ci si deve rendere conto che
quando si guarda la CNN la vede anche Saddam Hussein. Non è
assolutamente possibile fargli vedere dove i soldati sbarcano, che razza di
operazione stanno facendo e con quali mezzi. Ciò non toglie che qui alle
volte si esagera. Mi hanno appena recapitato un ordine del giorno, in cui
si avvertono i giornalisti di non tentare assolutamente, per ragioni
operative e di sicurezza, di coprire la guerra per conto proprio e di
avvicinarsi ai reparti combattenti, a qualsiasi nazione appartengano. I
reporter che viaggiano non scortati, si avverte, potranno essere
considerati una minaccia per la salvezza delle truppe e rischiano perciò di
finire sotto il fuoco alleato.
Una vera allegria.
Ma in sostanza ti sembra che l’ottimismo di Schwarzkopf sia giustificato?