Page 320 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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sottobanco nei bazar. Ma non si faccia illusioni: diventeranno sempre
meno segrete. Prima o poi quelle proteste e quelle maledizioni caleranno
dai tetti a terrazza come succedeva a Teheran, a Tabriz, a Isfahan, a
Shiraz.»
Inutile controbattere che gli americani e gli europei sono venuti a
morire per loro, per i loro dannati pozzi di petrolio, per la loro
incolumità, quindi se gli stanno antipatici dovevano pensarci prima.
Inutile replicare che le guerre si sa quando incominciano e mai quando
niscono, che non tengono conto dei Natali e dei Ramadan, che per farle
non si sparano cioccolatini ma esplosivi che uccidono, che trenta giorni di
guerra son pochi anzi pochissimi, e l’Iraq non è Panama, non è Grenada.
Inutile protestare che se gli alleati bombardano Bagdad gli iracheni
lanciano gli Scud sull’Arabia Saudita e Israele, ci annunciano le bombe
chimiche, ci aizzano il terrorismo, promettono di farci nuotare nel nostro
sangue. È altrettanto inutile ricordare che Saddam Hussein è un dittatore
alla Hitler, un uomo spietato, un essere pericoloso per tutta la comunità
internazionale e in particolare per chi ha la disgrazia di vivergli accanto,
quindi questa guerra dentro la guerra è tanto illogica quanto ingrata. Se
ne rende conto da solo.
«So benissimo» risponde «che i miei discorsi possono apparire ingrati,
privi di logica e addirittura ingenui. Ma la realtà è quella che le ho
esposto, e se potesse leggere dentro la mente, del mio re ci troverebbe
pensieri molto simili ai miei. Siamo arabi, noi, e arabi di un paese che è il
punto focale dell’Islam. La Mecca è qui, Medina è qui: tra un figlio di cane
mussulmano e un glio di cane cristiano o ateo il nostro cuore sceglierà
sempre il glio di cane mussulmano. Tra un fratello pericoloso e uno
straniero amico, opterà sempre per il fratello pericoloso. Comunque io
non credo che gli americani e gli europei siano venuti a morire per noi,
per i nostri dannati pozzi di petrolio, per la nostra incolumità. Sono
venuti a morire per se stessi, per i loro interessi, per i loro Paesi, cioè per
rifar le Crociate, stabilire in questa parte del mondo la supremazia che
hanno sempre cercato, e a invitarli noi sauditi abbiamo fatto un passo
falso. Siamo scivolati sulla buccia di banana da cui eravamo sempre
riusciti a tenerci lontano. Questo non è un con itto tra noi e l’Iraq. È una
Crociata tra noi e voi, tra il vostro sistema di vita e il nostro, tra la nostra
religione e la vostra. E siamo appena al primo round.» Poi si asciuga una
lacrima e conclude: «Vuol sapere come nirà il primo round? Sia pure a
costo di molti morti, forse tutti i morti che da un mese cercano di evitare
bombardando l’Iraq, gli occidentali vinceranno. Il Kuwait tornerà al
Kuwait.
Bagdad e Bassora e le altre città distrutte verranno ricostruite dagli