Page 279 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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Khomeini




             Il suo ritratto è ovunque, come una volta il ritratto dello scià. Ti insegue
          nelle  strade,  nei  negozi,  negli  alberghi,  negli  u ci,  nei  cortei,  alla

          televisione,  al  bazaar:  da  qualsiasi  parte  tu  cerchi  riparo  non  sfuggi
          all’incubo di quel volto severo ed iroso, quei terribili occhi che vegliano
          ghiacci  sull’osservanza  di  leggi  copiate  o  ispirate  da  un  libro  di
          millequattrocento  anni  fa.  E  l’e etto  è  indiscutibile,  ovvio.  Niente

          bevande alcoliche, per incominciare. Che tu sia straniero o iraniano, non
          esiste  un  ristorante  che  ceda  alla  richiesta  di  un  bicchiere  di  birra  o  di
          vino;  la  risposta  è  che  a  infrangere  il  comandamento  si  buscano  trenta
          frustate e del resto ogni bottiglia di alcool venne distrutta appena lui lo

          ordinò. Whisky, vodka e champagne per milioni di dollari.
             Niente  musica  che  ecciti  o  intenerisca,  per  continuare.  Alle  undici  di
          sera la città tace, deserta, e non rimane aperto neanche un caffè; ballare è
          proibito, visto che per ballare bisogna più o meno abbracciarsi. È proibito

          anche nuotare, visto che per nuotare bisogna più o meno spogliarsi. E così
          le  piscine  son  vuote,  sono  vuote  le  spiagge  dove  le  coppie  devono  star
          separate e le donne possono bagnarsi soltanto vestite dalla testa ai piedi.
          Se sei donna infatti è peccato mostrare il collo e i capelli perché (chi lo

          avrebbe mai detto?) il collo e i capelli sono gli attributi femminili da cui
          un uomo si sente maggiormente adescato. Per coprire quelle vergogne è
          doveroso  portare  un  foulard  a  mo’  di  soggolo  monacale,  però  meglio  il
          chador cioè il funereo lenzuolo che nasconde l’intero corpo. Lo adoperano

          tutte, e sembrano sciami di pipistrelli umiliati.
             […]
             Le libertà sessuali, inutile dirlo, sono crimini da punire col plotone di
          esecuzione: non passa giorno senza che la stampa dia la notizia di qualche

          adultera  fucilata.  (Gli  adulteri  se  la  cavano  invece  con  due  o  trecento
          frustate che gli riducono la schiena a una mostruosa polpetta.) Si fucilano
          anche gli omosessuali, le prostitute, i lenoni. […] Però un uomo può avere
          quattro mogli; la legge è ancora valida, come egli ci spiega. E può avere

          un numero inde nito di concubine provvisorie purché  rmi un contratto a
          scadenza. Inoltre può fumare l’oppio che ha il timbro governativo. Il suo
          nome  è  sulla  bocca  di  tutti,  ossessivamente,  sia  che  venga  pronunciato
          con amore sia che venga sibilato con odio: è ormai ciò che in Vietnam era

          il nome di Ho Chi Minh, in Cina il nome di Mao Tse-tung, e nei comizi
          scatena un tale fanatismo che ieri il primo ministro Bazargan ha perso le
          sta e.  «Se  dico  Maometto  applaudite  una  volta,  se  dico  Khomeini
          applaudite  tre  volte.  Al  posto  del  profeta  io  me  ne  o enderei.»  Non
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