Page 272 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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dovrebbero giungerci attraverso i porti. In ne ci manca l’acqua. E
siamo… Come dire?
Come re Mida che muore di sete.
Più o meno. Oltre mille anni fa avevamo umi e laghi. Ma poi
evaporarono e oggi non esiste un solo ume, un solo lago. Esiste solo
qualche torrentello sulle montagne. Dai tempi di Maometto, il paese è
completamente secco. Dipendiamo dalle piogge e basta.
Da cento anni cade pochissima pioggia e da venticinque anni quasi
nulla. Quando piove un poco, alla ne dell’estate o in inverno, la
popolazione accorre portandosi dietro il gregge. E pianta le tende e beve
quell’acqua, col gregge. Ma presto tutto torna secco, e bisogna aspettare
che piova altrove. Le nuvole sono attratte dalla vegetazione, la
vegetazione non c’è, e per svilupparsi ha bisogno di pioggia. Altro circolo
vizioso.
Bisognerebbe irrigare, procurarci un po’ di umidità. Re Feisal sognava
un progetto: costruire un canale tra il Mar Rosso e il Golfo, trasformare il
nord dell’Arabia Saudita in una specie di isola. Immettendo l’acqua del
mare dentro il paese, con quel canale, avremmo avuto più umidità e
quindi più pioggia. Inoltre avremmo avuto un mezzo di comunicazione e
avremmo potuto desalinizzare l’acqua del mare all’interno del paese, non
solo sulle coste. Mi fece studiare il progetto. Scoprii che costava
moltissimo ma era tecnicamente attuabile. Poi re Feisal morì.
E sottoterra l’acqua non c’è?
Sì, la stiamo trovando. Sebbene sia, generalmente, profonda. Qui,
trivellando, è più facile trovare petrolio che acqua. Comunque quegli
strati di acqua vogliamo conservarli per quando saremo meno ricchi: ora
che ce lo possiamo permettere, preferiamo procurarci l’acqua
desalinizzando l’acqua del mare o costruendo dighe e serbatoi per
raccogliere la pioggia. Per i bisogni immediati, poi, io ho un progetto
ancora più semplice: comprare acqua dolce dai paesi dove esportiamo
petrolio. Scaricato il petrolio, le navi cisterna non possono navigare
vuote. E attualmente, nel viaggio di ritorno, esse vengono riempite con
acqua di mare. Il risultato è disastroso perché si tratta di acqua sporca e,
quando all’arrivo esse vengono scaricate di nuovo, l’acqua del mare si
inquina. Non si può più pescare. Se i paesi consumatori di petrolio ci
vendessero acqua dolce e pulita, potremmo riempirne le navi cisterna pei
viaggi di ritorno. Ad esempio usando immensi e solidi sacchi di plastica.