Page 187 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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un’arma contro di noi. È sempre stata la politica dei paesi arabi: usare i
          profughi come un’arma contro di noi. Hammarskjoeld aveva proposto un

          piano  di  sviluppo  per  il  Medio  Oriente,  e  questo  piano  prevedeva
          anzitutto  il  riassestamento  dei  profughi  palestinesi.  Ma  i  paesi  arabi
          risposero no.

             Signora Meir, non sente un po’ di pena per loro?


             Certo che la sento. Ma la pena non è responsabilità, e la responsabilità
          verso  i  palestinesi  non  è  nostra:  è  degli  arabi.  Noi,  in  Israele,  abbiamo

          assorbito circa un milione e quattrocentomila ebrei arabi: dall’Iraq, dallo
          Yemen,  dall’Egitto,  dalla  Siria,  dai  paesi  nordafricani  come  il  Marocco.
          Gente che arrivando qui era piena di malattie e non sapeva far nulla. Tra
          i settantamila ebrei giunti dallo Yemen, per esempio, non c’era un solo
          medico  né  una  sola  infermiera:  ed  eran  quasi  tutti  ammalati  di

          tubercolosi.
             Eppure li prendemmo, e costruimmo ospedali per loro, e li curammo, li
          educammo, li mettemmo in case pulite e li trasformammo in agricoltori,

          medici,  ingegneri,  insegnanti…  Tra  i  centocinquantamila  ebrei  che
          vennero  dall’Iraq  v’era  un  piccolissimo  gruppo  di  intellettuali:  eppure  i
          loro figli, oggi, frequentano le università.
             Certo abbiamo problemi con loro, non è tutto oro quello che luccica, ma
          resta il fatto che li abbiamo accettati e aiutati. Gli arabi invece non fanno

          mai nulla per la propria gente. Se ne servono e basta.

             Signora Meir, e se Israele permettesse ai profughi palestinesi di tornare qui?


             Impossibile.  Per  vent’anni  sono  stati  nutriti  di  odio  per  noi:  non
          possono più tornare fra noi. I loro bambini non sono nati qua, sono nati
          nei  campi,  e  tutto  ciò  che  sanno  è  che  bisogna  uccidere  gli  israeliani:
          distruggere  Israele.  Abbiamo  trovato  libri  di  aritmetica,  nelle  scuole  di

          Gaza,  che  ponevano  problemi  del  genere:  «Hai  cinque  israeliani.  Ne
          ammazzi tre. Quanti israeliani restano da ammazzare?» Quando insegni
          simili  cose  a  creature  di  sette  o  otto  anni,  ogni  speranza  svanisce.  Oh,

          sarebbe  un  bel  guaio  se  per  loro  non  esistesse  altra  soluzione  fuorché
          quella di tornare qui! Ma la soluzione esiste.
             Lo  dimostrarono  i  giordani  quando  gli  dettero  la  cittadinanza  e  li
          chiamarono a costruire un paese chiamato Giordania. Già: ciò che hanno
          fatto  Abdullah  ed  Hussein  è  molto  meglio  di  ciò  che  hanno  fatto  gli

          egiziani. Ma lei sa che negli anni buoni, in Giordania, c’erano palestinesi
          al  posto  di  primo  ministro  e  di  ministro  degli  Esteri?  Sa  che  dopo  la
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