Page 5 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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2004.


                Prosegue con due bulgari: il camionista Gheorghi Lazov

                decapitato il 13 luglio e il suo collega Ivailo Kepov fucilato il

                14 luglio. Continua con due pakistani: il tecnico Azad Hussein
                Khan sgozzato il 26 luglio e il suo autista Sajid Naeem freddato

                il medesimo giorno. Procede col camionista turco Murat Yuce
                sgozzato il 2 agosto e col suo collega Osman Alisan decapitato

                il 5 agosto. (I camionisti sono ostaggi facili perché si catturano
                improvvisando un falso posto di blocco). Va avanti col

                pubblicista italiano Enzo Baldoni, assassinato non si sa come e
                non si sa quando ma sembra il 26 agosto a botte e a revolverate

                mentre tentava di ribellarsi. Include i dodici nepalesi
                massacrati il 31 agosto perché erano andati in Iraq per

                guadagnare un dinaro pulendo i cessi altrui. I dodici figli del
                popolo (tutti buddisti) che nel video non chinano mai il capo.

                Non si disperano, non implorano, attendono l'esecuzione con
                orgogliosa serenità. E che le nostre televisioni hanno liquidato

                con qualche immagine frettolosa. I nostri giornali, senza

                curarsi di fornirne i nomi. Ma io li ho cercati. Li ho trovati, ed
                eccoli. Quello decapitato si chiamava Lalan Singh Koiri. Quelli

                trafitti dalle mitragliate mentre stavano bocconi per terra si
                chiamavano Budan Shah, Ramesh Khada, Mangal Limbu,

                Prakash Adhikari, Sanajana e Manoi Khumar Thakur (questi
                due, fratelli), Rajendra e Gyanendra Kumat Shresta (anche

                questi due, fratelli), Jhok e Jit e Mangal Bahadur Thapa (questi
                tre, cugini). Età, tra i ventidue e i ventinove anni.



                Include anche i centocinquanta bambini e i centonovantanove
                adulti (per lo più maestri e maestre e genitori) che tra la

                mattina dell'1 settembre e l'alba del 3 settembre i «guerriglieri»

                ceceni guidati da Abdullah Shamil Abu Idrís già Shamil
                Basayev sterminarono con l'aiuto di tre arabi e due donne nella

                scuola di Beslan. Quei bambini che per due giorni e due notti



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