Page 288 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
P. 288
Erudisca me e chi ci legge, signor Hitchcock. Ci spieghi il
suspense.
Ecco. Supponga che questa intervista sia la scena di un film.
Noi sediamo qui, a parlare, e ignoriamo che dentro il suo
magnetofono è nascosta una bomba. Lo ignora anche il pubblico
e d'un tratto la bomba scoppia, noi saltiamo in aria, in tanti
pezzettini. Sorpresa del pubblico, orrore. Ma quanto durano la
sorpresa e l'orrore?
Cinque secondi, niente di più. Col suspense, invece, noi
sediamo qui ed ignoriamo che dentro il suo magnetofono è
nascosta una bomba. Però il pubblico lo sa e sa anche che
scoppierà fra dieci minuti.
Ovviamente il pubblico si agita, soffre, dice cosa stanno a
parlare quei due, non hanno capito che nel magnetofono è
nascosta una bomba? Suspense. Ma un attimo prima che
scadano i dieci minuti, io mi chino sul magnetofono e dico:
«Toh! C'è una bomba qui dentro». Prendo il magnetofono e lo
butto via. Fine del suspense.
Il segreto è non fare mai scoppiare la bomba. Io l'ho fatta
scoppiare una volta, tra le mani di un bambino che era salito in
autobus, tre minuti dopo il tempo stabilito, ed è stato un
gravissimo errore.
Non ripeterò mai più quell'errore. La gente deve soffrire, sudare,
ma alla fine deve tirare un respiro di sollievo.
E a lei piace il suspense, signor Hitchcock?
Nemmeno un po'. Lo detesto. Lo detesto talmente che non
posso neanche stare in cucina quando mia moglie prepara il
soufflé. Gonfierà? Non gonfierà? Ho comprato il forno con la
288