Page 284 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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cinematografo, infine una gran scocciatura. E siccome io ho
sempre evitato le scocciature... Ricordo il giorno in cui mi
capitò di scrivere il film Da donna a donna: la storia di un tale
che ha un'amante a Parigi ma batte la testa, perde la memoria, e
si mette con un'altra che gli da un figlio. Bene: avevo ventitré
anni, non ero mai stato con una donna, e non avevo la minima
idea di come facesse una donna ad avere un figlio. Tanto meno
avevo l'idea di cosa facesse un tale quando stava con la sua
amante a Parigi o quando stava con un'altra che gli dava un
figlio. E così...
Ora lo sa, signor Hitchcock?
Ora sì. Ho una figlia di trentacinque anni e tre nipotini. Detto fra
noi, sono nonno. Però, se pensa che mia figlia nacque quando
avevo quasi trent'anni e solo allora capii che i bambini non si
trovano sotto i cavoli... Lei non ci crederà, nessuno mi crede
mai, dicono che lo faccio per inventare un personaggio, ma fino
a ventiquattr'anni non ho assaggiato un goccio di alcool, fino a
venticinque non ho fumato un sigaro. Ero timidissimo, più
timido d'oggi, se raccontavano storielle sporche arrossivo come
una ciliegia, sicché i miei amici le raccontavano sempre quando
non c'ero e se arrivavo dicevano: «Silenzio, arriva Hitchcock».
Quanto a mia moglie, l'ho sposata perché me lo ha chiesto.
Viaggiavamo e lavoravamo insieme da anni e non l'avevo mai
sfiorata con un dito.
Ma come mai? Non le piacciono le donne, signor Hitchcock?
Sì, che mi piacciono: e più degli uomini. Infatti con loro son
meno timido che con gli uomini. A un uomo, per esempio,
queste cose non le direi mica. Però mi piacciono per parlarci,
per mangiare: non per ragioni di sesso.
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