Page 282 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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battere ciglio ma non posso sopportare la vista di un uccello
morto.
Troppo straziante. Non posso nemmeno vederli soffrire, gli
uccelli, stancarsi. Durante la lavorazione del mio film, dove ho
impiegato millecinquecento cornacchie ammaestrate, c'era un
rappresentante della Società protettrice degli animali e allorché
diceva: «Ora basta, signor Hitchcock, credo che gli uccelli siano
stanchi», io smettevo subito. Io ho la massima considerazione
degli uccelli e, film a parte, trovo giustissimo che essi si
prendano quella vendetta sugli uomini. Da centinaia di secoli gli
uccelli sono perseguitati dagli uomini, uccisi, messi in pentola,
in forno, allo spiedo, usati come penne da scrivere, piume per i
cappelli, trasformati in agghiaccianti soprammobili impagliati...
Tale infamia merita un castigo esemplare.
Capisco. In altre parole, il suo film ha un profondo significato
filosofico e morale. Non fare agli altri ciò che non vuol sia fatto
a te eccetera eccetera.
Nemmeno per sogno. Se c'è una cosa che io non saprò mai fare,
questa è girarmi il colletto e assumere il ruolo di predicatore. Io,
quando la gente mi chiede cosa ne penso dei film che danno
lezioni filosofiche e morali, rispondo: non credete che insegnare
la filosofia spetti ai filosofi e insegnare la morale spetti ai preti?
La gente non va mica al cinema per ricever sermoni: se fosse
così, anziché pagare il biglietto dovrebbe versare l'obolo alla
mascherina e farsi il segno della croce prima di sedere in platea.
La gente va al cinema per divertirsi. E paga molto per divertirsi.
La moralità, sa, è molto meno costosa del divertimento.
Eppure so che lei tiene molto alla moralità, perlomeno ad un
certo tipo di moralità. Non ha mai divorziato, la sua vita è netta
di scandali; e so che un giorno, essendo capitato alle
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