Page 286 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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non si faccia illusioni: per me uno stracotto vale più di un bel
                nasino e a una moglie chiedo anzitutto d'essere brava in cucina.

                Lei è una buona cuoca? Mia moglie è una cuoca eccellente, e io
                sono goloso da morire. Le cose che mi rendono maggiormente

                felice  su  questa  terra  sono  mangiare,  bere  e  dormire.  Dormo
                come un neonato, bevo come un otre, ha visto che faccia rossa?,

                e mangio come un maiale. Anche se questo mi fa assomigliare

                sempre di più a un prosciutto. Giorni fa, camminando per New
                York, mi vidi riflesso in una vetrina e, prima di riconoscermi,

                cacciai un grido di spavento. Poi gridai a mia moglie: «Chi è
                quel prosciutto che cammina?». Non volevo crederle quando lei

                rispose: «Sei tu, caro».


                Suppongo che non le capiti spesso urlar dispavento. Addestrato

                com'è  a  far  paura  agli  altri,  la  paura  deve  esserle  del  tutto
                sconosciuta.



                Al contrario: sono l'uomo più pauroso e più vigliacco che mai le

                capiterà di incontrare: tutte le sere mi chiudo a chiave in camera
                come  se  dall'altra  parte  dell'uscio  ci  fosse  un  pazzo  pronto  a

                scannarmi. Ho paura di tutto: dei ladri, dei poliziotti, della folla,
                del buio, della domenica... Quella della domenica è una paura

                che incominciò quando ero bambino e i genitori mi mettevano a
                letto alle sei per andarsene al ristorante. Alle otto mi svegliavo, i

                miei  genitori  non  c'erano,  c'era  solo  quella  luce  bassa,  quel
                silenzio di casa vuota e brrr! Non a torto, sposandomi, dissi a

                mia moglie: la domenica sera vorrò sempre una bella cena con
                tanta  luce,  tanta  gente,  e  tanto  rumore.  Quella  dei  poliziotti

                invece  è  una  paura  che  mi  venne  verso  gli  undici  anni.  Ero
                salito su un autobus ed ero sceso al capolinea: senza soldi per

                riprendere l'autobus. Tornai a piedi e giunsi a casa dopo le nove.



                Abitavamo  nel  quartiere  di  Soho,  a  Londra,  mio  padre  era
                commerciante di polli. Mio padre aprì la porta e non disse nulla.




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