Page 242 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Sì, ho visto il suo studio in soffitta. Che bei colori. Pittura
astrattosintetica, mi pare che l'abbiano definita. Una cosa
completamente diversa dalla pittura del Goya. E... li vende?
Eccome. Anche cari.
E... mi dica, duchessa: cos'altro sa fare con la medesima abilità?
Cos'altro potrebbe fare se fosse costretta a lavorare per vivere?
Lo dico così per assurdo, s'intende.
Ballo bene il flamenco. Lo ballo fin da bambina, adoro il
flamenco. Il flamenco fa bene ai muscoli, da elasticità ai
movimenti. Bisogna essere sani per ballare il flamenco.
E il duca d'Alba suo marito cosa ne pensa?
Oh. Mio marito è tutto diverso. Si occupa della campagna, delle
olive, delle vacche, del grano, ed è anche membro
dell'Accademia delle Belle Arti, So che è molto legato al re, il
padre dijuanito. Suo consigliere o qualcosa del genere.
Vuol vedere la mia biblioteca? C'è anche il diario di bordo di
Cristoforo Colombo. E ci sono le lettere di Maria la Cattolica.
Gli studenti vengono spesso a studiarci. Perché mi guarda così?
Non la guardo, duchessa. Penso soltanto a com'è lontano il
tempo in cui quel suo trisavolo che chiamavano il Grande
terrorizzava i fiamminghi, e igenitori dicevano ai bimbi: «Se
non sei buono il duca d'Alba ti mangia».
Lontano, molto lontano. L'ho delusa, vero?
Ma no, duchessa, che dice? Lei è tanto carina, tanto gentile. È
stata una conversazione indimenticabile.
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