Page 229 - Oriana Fallaci - 1968
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Saigon e spedisce roba a Parigi: i ricchi, i borghesi che fino a
                quattro  anni  fa  non  s’erano  compromessi  e  con  l’arrivo  degli

                americani  divennero  improvvisamente  imprudenti,  si  fidarono
                di loro e presero posizione contro i vietcong, i cattolici che in

                Vietnam  sono  ben  due  milioni,  i  rifugiati  dal  Nord,  e  il  loro
                antiamericanismo è feroce.






                Continueranno la guerra?


                Paradossalmente, l’odio per gli americani non parte dai poveri

                dei  quartieri  su  cui  gli  americani  rovesciano  tonnellate  di
                napalm  per  snidare  un  filo  di  vento:  i  poveri  non  hanno

                educazione politica, tra il napalm degli americani e i mortai dei
                vietcong  non  fanno  più  differenza,  entrambi  sono  origine  del

                loro terrore e non stanno né con gli uni né con gli altri, pensano
                solo a sopravvivere. Aspettano il giorno in cui vinceranno gli

                uni  o  gli  altri,  e  chiunque  vinca  va  bene,  purché  smetta  di
                tormentarli, ammazzarli.
                    I  poveri  non  sanno  neanche  quel  che  accade  a  Parigi,  non

                gliene importa nulla di quel che accade a Parigi, del fatto che a
                discutere là non ci sia né il governo sudvietnamita né il Fronte

                nazionale di liberazione: se un americano gli regala un cerotto o
                una bottiglia di aranciata loro sorridono; l’odio, per i poveri, è
                un sentimento che consuma troppe energie.

                    Paradossalmente,  l’odio  per  gli  americani  parte  proprio  da
                coloro che gli americani hanno aiutato, con cui gli americani si

                sono  alleati,  per  cui  gli  americani  sono  venuti.  A  guidarlo,
                nutrirlo, è il governo che gli americani hanno voluto, con quel

                presidente, quel vicepresidente che gli americani hanno scelto,
                nutrito, protetto.

                    Ieri il generale Ky ha armato diecimila studenti per metterli
                alla difesa del fiume. Poi li ha riuniti nel parco di Saigon coi
                loro  fucili,  e  con  voce  sferzante  li  ha  informati  che  la  guerra

                continua  anche  se  gli  stranieri  non  vogliono,  che  la
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