Page 223 - Oriana Fallaci - 1968
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raccomandò per telefono alla segretaria di non venir disturbato,
poi disse: «Vi raccomando di non rendere note, di non rivelare a
nessuno ciò che sto per dirvi. Vi ho convocato soltanto affinché
prendiate le necessarie precauzioni per la vostra sicurezza
personale e per l’organizzazione del vostro lavoro ma è
assolutamente indispensabile che i vietcong non sappiano che
noi siamo al corrente di ciò che sto per dirvi. Posso fidarmi di
voi?». A uno a uno i giornalisti annuirono. Allora il generale
continuò: «Aspettiamo il secondo attacco a Saigon a partire da
stasera fino al 1° maggio e forse dopo. Diciamo fino al 5 o 6
maggio. Sappiamo con certezza che almeno due battaglioni
vietcong stanno avanzando su Saigon e ci prepariamo ad
affrontarli». Non disse di più ma era abbastanza perché alcuni di
questi giornalisti pernottassero, a partire da quella sera, accanto
alle telescriventi dell’ufficio postale: l’orecchio teso a ogni
scoppio, ogni bisbiglio. E, per quanto una parola data sia sacra,
è un vero peccato che il generale Sidle avesse dimenticato di
fornire loro anche un documento che se oggi è importante allora
sarebbe stato sensazionale: una lettera del Comitato politico
dell’esercito nordvietnamita caduta nelle mani della 173 a
airborne brigade il 17 aprile scorso. Vale a dire diciassette
giorni dopo l’annuncio di Johnson sulla decisione di limitare i
bombardamenti e aprire i negoziati. La lettera è questa.
a
«Quartier generale della 3 divisione, unità 491. A tutte le unità
dall’unità 491, direttive del 4 aprile 1968, attenzione. Ieri 3 aprile 1968 il
nostro governo ha reso noto l’annuncio del governo americano sulla
decisione di limitare i bombardamenti del Nord. Si tratta di un annuncio
che può influenzare e danneggiare l’ideologia delle nostre truppe, ridurre
la vigilanza delle nostre unità, indebolire la loro determinazione a
combattere il nemico. Le truppe devono essere immediatamente
indottrinate spiegando che quella degli Stati Uniti è una manovra
insidiosa per conquistare l’opinione pubblica americana e mondiale, che
i bombardamenti sulla zona demilitarizzata e sulle regioni occidentali
del nostro paese continuano, che altri tredicimilacinquecento soldati
americani sono stati inviati in Vietnam, che altri due miliardi e mezzo di
dollari sono stati stanziati dagli americani per la guerra in Vietnam, che
non dobbiamo lasciarci prendere da questa trappola, che la guerra