Page 65 - Canti di Castelvecchio
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45. Temporale

              E` mezzodì. Rintomba.
            Tacciono le cicale
            nelle stridule seccie.
              E chiaro un tuon rimbomba
            dopo uno stanco, uguale,
            rotolare di breccie.
              Rondini ad ali aperte
            fanno echeggiar la loggia
            de' lor piccoli scoppi.
              Già, dopo l'afa inerte,
            fanno rumor di pioggia
            le fogline dei pioppi.
              Un tuon sgretola l'aria.
            Sembra venuto sera.
            Picchia ogni anta su l'anta.
              Serrano. Solitaria
            s'ode una capinera,
            là, che canta... che canta...
              E l'acqua cade, a grosse
            goccie, poi giù a torrenti,
            sopra i fumidi campi.
              S'è sfatto il cielo: a scosse
            v'entrano urlando i venti
            e vi sbisciano i lampi.
              Cresce in un gran sussulto
            l'acqua, dopo ogni rotto
            schianto ch'aspro diroccia;
              mentre, col suo singulto
            trepido, passa sotto
            l'acquazzone una chioccia.
              Appena tace il tuono,
            che quando al fin già pare,
            fa tremare ogni vetro,
              tra il vento e l'acqua, buono,
            s'ode quel croccolare
            co' suoi pigolìi dietro.






















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