Page 22 - Canti di Castelvecchio
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15. La voce
C'è una voce nella mia vita, Oh! la terra come è cattiva!
che avverto nel punto che muore; non lascia discorrere, poi!
voce stanca, voce smarrita, Ma voleva dirmi, io capiva:
col tremito del batticuore: - Piuttosto di' un requie per noi!
voce d'una accorsa anelante, Non possiamo nel camposanto
che al povero petto s'afferra più prendere sonno un minuto,
per dir tante cose e poi tante, ché sentiamo struggersi in pianto
ma piena ha la bocca di terra: le bimbe che l'hanno saputo!
tante tante cose che vuole Oh! la vita mia che ti diedi
ch'io sappia, ricordi, sì... sì... per loro, lasciarla vuoi qui?
ma di tante tante parole qui, mio figlio? dove non vedi
non sento che un soffio... Zvanî... chi uccise tuo padre... Zvanî?... -
Quando avevo tanto bisogno Quante volte sei rivenuta
di pane e di compassione, nei cupi abbandoni del cuore,
che mangiavo solo nel sogno, voce stanca, voce perduta,
svegliandomi al primo boccone; col tremito del batticuore:
una notte, su la spalletta voce d'una accorsa anelante
del Reno, coperta di neve, che ai poveri labbri si tocca
dritto e solo (passava in fretta per dir tante cose e poi tante;
l'acqua brontolando, Si beve?); ma piena di terra ha la bocca:
dritto e solo, con un gran pianto la tua bocca! con i tuoi baci,
d'avere a finire così, già tanto accorati a quei dì!
mi sentii d'un tratto daccanto a quei dì beati e fugaci
quel soffio di voce... Zvanî... che aveva i tuoi baci... Zvanî!...
Oh! la terra, com'è cattiva! che m'addormentavano gravi
la terra, che amari bocconi! campane col placido canto,
Ma voleva dirmi, io capiva: e sul capo biondo che amavi,
- No... no... Di' le devozioni! sentivo un tepore di pianto!
Le dicevi con me pian piano, che ti lessi negli occhi, ch'erano
con sempre la voce più bassa: pieni di pianto, che sono
la tua mano nella mia mano: pieni di terra, la preghiera
ridille! vedrai che ti passa. di vivere e d'essere buono!
Non far piangere piangere piangere Ed allora, quasi un comando,
(ancora!) chi tanto soffrì! no, quasi un compianto, t'uscì
il tuo pane, prega il tuo angelo la parola che a quando a quando
che te lo porti... Zvanî... - mi dici anche adesso... Zvanî...
Una notte dalle lunghe ore
(nel carcere!), che all'improvviso
dissi - Avresti molto dolore,
tu, se non t'avessero ucciso,
ora, o babbo! - che il mio pensiero,
dal carcere, con un lamento,
vide il babbo nel cimitero,
le pie sorelline in convento:
e che agli uomini, la mia vita,
volevo lasciargliela lì...
risentii la voce smarrita
che disse in un soffio... Zvanî...
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