Page 19 - Canti di Castelvecchio
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13. La nonna

              Tra tutti quei riccioli al vento,
            tra tutti quei biondi corimbi,
            sembrava, quel capo d'argento,
            dicesse col tremito, bimbi,
                   sì... piccoli, sì...
              E i bimbi cercavano in festa,
            talora, con grido giulivo,
            le tremule mani e la testa
            che avevano solo di vivo
                   quel povero sì.
              Sì, solo; sì, sempre, dal canto
            del fuoco, dall'umile trono;
            sì, per ogni scoppio di pianto,
            per ogni preghiera: perdono,
                   sì... voglio, sì... sì!
              Sì, pure al lettino del bimbo
            malato... La Morte guardava,
            La Morte presente in un nimbo...
            La tremula testa dell'ava
                   diceva sì! sì!
              Sì, sempre; sì, solo; le notti
            lunghissime, altissime! Nera
            moveva, ai lamenti interrotti,
            la Morte da un angolo... C'era
                   quel tremulo sì,
              quel sì, presso il letto... E sì, prese
            la nonna, la prese, lasciandole
            vivere il bimbo. Si tese
            quel capo in un brivido blando,
                   nell'ultimo sì.


            14. La canzone della granata

            I
              Ricordi quand'eri saggina,
            coi penduli grani che il vento
            scoteva, come una manina
            di bimbo il sonaglio d'argento?
              Cadeva la brina; la pioggia
            cadeva: passavano uccelli
            gemendo: tu gracile e roggia
            tinnivi coi cento ramelli.
              Ed oggi non più come ieri
            tu senti la pioggia e la brina,
            ma sgrigioli come quand'eri
                   saggina.



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