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lo abbia portato li perché non c'era praticamente nessuno in quel
momento. Altri frammenti più piccoli erano sparsi un po' ovunque, di
colore alluminio metallizzato e verde all'interno". Il giudizio dell'esperto e
la testimonianza del fotografo hanno dunque autorizzato la giornalista a
pubblicare la fotografia "in ogni caso".
Eppure molte domande rimangono senza risposta. Per esempio: poiché
quel tipo di vernice è usata anche per le carlinghe degli elicotteri, come
mai la sua presenza dovrebbe permettere di affermare che si tratta
sicuramente di un frammento del Boeing 757-200? Come spiegare il fatto
che questo frammento è così lontano dal punto dell'impatto? Da quale
parte dell'aereo proviene? Come mai le autorità americane non l'hanno
recuperato? Come mai non ci sono altri frammenti visibili dell'aereo?
Forse perché l'aereo si è disintegrato, fuso e gassificato? Non abbiamo
avuto risposta a tutte queste domande.
Con un'altra fotografia Paris Match fornisce anche una seconda
"prova". In mezzo a un ammasso di materiali non meglio identificabili si
riesce a malapena a distinguere una forma scura e circolare che assomiglia
vagamente a una gomma. Davanti alla pessima qualità della foto ci si
chiede se non ci troviamo di fronte a un test psicologico in cui ognuno è
invitato a proiettare i propri fantasmi. Tuttavia, Paris Match afferma di
aver mostrato, con questa fotografia, "squarciata, ma perfettamente
identificabile (sic) una gomma del carrello di atterraggio" che sarebbe
stato "anch'esso [...] ritrovato". Da chi è stato ritrovato? Il fortunato
proprietario di quest'ingombrante oggetto non avrebbe dovuto consegnarlo
alle autorità americane, che a settembre disponevano solo di un faro e delle
scatole nere? Anche in questo caso, nessuna risposta...
La "controinchiesta" su Internet
La stessa imprudenza caratterizza l'insieme dei giornali che hanno
pubblicato la fotografia di questo frammento presentandolo senza la
dovuta cautela come proveniente dal Boeing 757-200 dell'American
Airlines. La maggior parte dei giornalisti non ha neanche seguito le
procedure, per quanto minime, di Saveria Rojek, ovvero sentire la
testimonianza del fotografo e il parere di un esperto. Il lavoro di
controinchiesta si è limitato, in fin dei conti, a poche iniziative. Per
rispondere a una "notizia venuta dalla Rete", alcuni giornali hanno pensato
Thierry Meyssan 11 2002 - Il Pentagate